Lettera scortese del ministro Clini, con risposta

giovedì, 11 ottobre 2012

Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, mi ha scritto questa lettera su “La Repubblica”.
Caro direttore,
se smettissimo di guardare alla città di Taranto come il luogo ideale di un nuovo scontro ideologico fra industria e lavoro, fra ambiente e salute, potremmo forse fare scoprire e apprezzare il valore del lavoro serio e convergente delle istituzioni dello Stato. Per questo credo sia doveroso nei confronti dei lettori offrire alcuni chiarimenti per ripristinare trasparenza sulle posticcie opacità messe nero su bianco ieri da Gad Lerner.
Con il rilascio della nuova AIA puntiamo a stabilire gli impegni e gli obblighi di Ilva per adeguare rapidamente gli impianti ai più recenti standard ambientali e tecnologici europei (senza aspettare il termine del 2016 previsto dalla Ue), raggiungendo due obiettivi:
1) la salvaguardia dell’ambiente e della salute, insieme al consolidamento del ruolo industriale del più grande centro siderurgico europeo;
2) la realizzazione di una posizione di vantaggio competitivo di ILVA nei confronti degli altri produttori europei, trainata da standards ambientali severi e da tecnologie avanzate, coerentemente con la strategia europea per lo sviluppo sostenibile.
Una deroga mascherara come sospetta Lerner? Tutt’altro!
L’AIA, secondo l’audace opinionista, sarebbe rilasciata in conflitto con il Gip. Singolare affermazione. Il Ministro dell’Ambiente applica in modo rigoroso e restrittivo la legge, per assicurare la migliore protezione dell’ambiente e della salute. Dove sarebbe il contrasto?
A proposito della precedente autorizzazione, segnalo al distratto commentatore che l’allora direttore generale non si è mai occupato, neppure di striscio, delle autorizzazioni e che, da Ministro dell’Ambiente, ha disposto il riesame di quell’AIA il 7 marzo 2012, prima che famosi giornalisti scoprissero il caso Taranto. I fatti non sono un optional.
Possiamo supporre che gruppi industriali europei e non abbiano buoni motivi per sperare che la nostra iniziativa non abbia successo, e certamente hanno molti strumenti per influenzare negativamente l’esito del nostro lavoro. Sarebbero in tanti a guadagnarci, in Italia e all’estero, politicamente ed economicamente. Ecco perchè quello che accade a Taranto è importante. È uno specchio della sfida che l’Italia ha davanti a se. Chiedere che questo specchio non sia deformato sulla base di pregiudizi o di interessi particolari non mi pare chiedere troppo.
Cordialmente,
Corrado Clini, ministro dell’ambiente

Sostiene Clini che il suo ministero agirebbe con virtuoso anticipo sui tempi previsti dalla Ue. Ma chiunque visiti Taranto constata che sta agendo con grave ritardo.
G.L.

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