Se non altro lui si è dimesso dal Consiglio regionale della Lombardia non appena sul suo conto sono emerse ipotesi di reato molto, ma molto meno gravi degli addebiti per cui è inquisito un Davide Boni, tanto per non far nomi. Riconosciamo Renzo Bossi, detto il Trota, come figura più degna del manipolo di leghisti -sono una ventina, consapevoli di avere ben scarse probabilità di ritornare al Pirellone in caso di dimissioni- che finge di credere nella favoletta dell'”azzeramento” pur di mantenere la cadrega. Il Trota la cadrega l’ha mollata. Loro sono ancora lì a far giri di parole dietro a Maroni volato a Roma e fotografato di fianco a Formigoni e Alfano come ai vecchi tempi. Tanto valeva tenersi Bossi e Calderoli, non vi pare, camicie verdi? E che dire del chiacchierone Salvini che annunciava sfracelli e ora fa dietrofront? Viva il Trota, almeno lui si è levato di mezzo.