Alesina: All’America serve il liberismo di Romney

mercoledì, 31 ottobre 2012

Sul Corriere della Sera di oggi c’è uno speciale molto bello sulle elezioni americane, che contiene anche due “endorsement”, ovvero gli editoriali di sostegno ad un candidato, uno per Obama, l’altro per Romney. L’endorsement al presidente è stato scritto dal romanziere statunitense Jay McInerneney, mentre quello per il candidato repubblicano è opera di Alberto Alesina. Il professor Alesina è l’editorialista economico di punta del Corriere della Sera, insieme al professore Francesco Giavazzi, e nel testo esprime una critica piuttosto radicale alla “socialdemocrazia” obamania che porterebbe gli Stati Uniti ad una deriva europea.

 

“Chi vota Romney vorrebbe ristabilire quell’eccezionalismo americano basato su tasse relativamente basse, su un governo leggero e su un welfare snello emeno distorsivo; una classe media e anche medio bassa che non crede nell’assistenzialismo ma nell’individuo che ce la deve fare da solo, nel privato il più possibile. Oggi invece l’America di Obama spende il 42 per cento del proprio Prodotto interno lordo, un valore già oggi simile al livello della Spagna e, a politiche invariate, proiettato a salire fortemente nei prossimi anni, date le riforme di Obama. A torto o a ragione, una buona parte di americani non vuole seguire la strada europea che, come vediamo a nostre spese, non sempre ha avuto successo. È questo su cui si giocano le elezioni: un’America diretta verso uno stato sociale onnipresente stile europeo o un’America che ritorna al suo modello liberista.”

 

Nel suo commento Alesina spiega inoltre come Mitt Romney e Paul Ryan abbiano un piano credibile per mitigare l’impatto del Fiscal Cliff, l’aumento di imposte e il contemporaneo programma di tagli che scatterà a inizio 2013 se il Congresso non troverà un nuovo accordo. L’editorialista del Corriere della Sera rimarca la novità rappresentata dal piano Ryan, che propone una parziale privatizzazione di Medicare, il programma che fornisce copertura sanitaria pubblica agli anziani sopra i 65 anni, ed una drastica riduzione della spesa pubblica, portata ai livelli di inizio novecento. Per quanto riguarda il condizionamento della destra religiosa, Alesina evidenzia come il vero potere su molte questioni politiche e sociali spetta alla Corte Suprema, non al presidente. Questo è vero, però è l’inquilino della Casa Bianca che nomina i giudici del massimo tribunale americano, con l’approvazione del Senato, e i magistrati vengono scelti anche per la loro adesione ideologica ad una determinata visione politica, conservatrice o progressista.

Il passaggio finale dell’articolo di Alesina è dedicato a chi pensa che l’America sia divisa tra  il “bene” Obama ed il male “Romney”. Insomma nelle elezioni americane si stanno confrontando due visioni rispettabili di società. Si può preferire l’una o l’altra ma smettiamola di descrivere queste elezioni come una guerra santa tra il «Bene» Obama e il «Male» Romney. Chi lo fa non capisce l’America.”

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