Grazie al mio (re)censore Andrea Scanzi che mi fa ritornare giovane

mercoledì, 7 novembre 2012

La giornata era già iniziata sotto i migliori auspici grazie alla vittoria di Obama, quand’ecco che ad allietarla -nel mio piccolo- è sopraggiunto un articolo de “Il Fatto” dotato di virtù miracolose: mi ha fatto ritornare giovane! Lo firma Andrea Scanzi, sì, proprio lui, il grillologo per eccellenza che avrete senz’altro seguito nelle sue innumerevoli apparizioni televisive recenti. Del resto anch’io lo invitai all’Infedele quando non impazzava dovunque -era l’aprile del 2008- in una trasmissione dedicata al Movimento 5 Stelle e ai suoi meet-up già allora boicottata da Beppe Grillo dopo vari ripensamenti telefonici.
Cosa ha di speciale l’articolo di Scanzi, volto a rivelare attraverso indizi e prove inesorabili la mia pianificazione capziosa, lunedì sera in tv, di una scaletta denigratoria nei confronti del M5S? Innanzitutto vi ho riconosciuto un tratto caratteriale tipico di certi investigatori per giusta causa: lo zelo. Più precisamente lo zelo a me familiare del censore neofita che si mette lì d’impegno a analizzare le parole, i gesti, i ruoli assegnati e magari le espressioni facciali, dando per assodato che siano il frutto di un subdolo disegno propagandistico. Tale da giustificare senz’altro la definizione di “pretoriano del sistema” che Grillo ha avuto la bontà di dedicarmi. Più sotto leggerete integralmente l’opera di prezzemolino Scanzi, con il quale simpatizzo avendo in comune la passione per il vino, e che ritengo dunque vittima di servilismo inconsapevole. Mica poteva saperlo, il poveretto che, man mano che ricomponeva il puzzle delle mie arti manipolatorie, somigliava sempre di più a un genere di personaggi che ho avuto la ventura di conoscere una ventina d’anni fa. Erano i funzionari o i consiglieri d’amministrazione lottizzati della Rai che, dopo ogni mia trasmissione sulla rete di Guglielmi, ne segnalavano a chi di dovere l’intento malevolo nei confronti del partito di riferimento. Nobilitavano l’intento censorio a vantaggio dell’onorevole Lupis di turno pavoneggiandosi esperti di mass media e citando McLuhan a casaccio. Anche se lo scopo era solo quello di proteggere l’onorevole Lupis. Dieci anni dopo, quando per breve periodo feci il direttore del Tg1, ritrovai moltiplicati per dieci quei medesimi personaggi (qualcuno, tipo Follini, da consigliere d’amministrazione era diventato a sua volta onorevole). Scanzi è innocuo ma il meccanismo servile (involontario) nei confronti del nuovo potente di turno, è il medesimo. Grazie di avermi fatto ritornare giovane!

ECCO L’ARTICOLO DI ANDREA SCANZI USCITO A PAGINA 4 SU “IL FATTO” DI OGGI COL TITOLO: “COME TI SMONTO BEPPE”
Beppe Grillo è molto bravo a distruggere ciclicamente se stesso. La scomunica a Federica Salsi è attaccabilissima. E la censura ad Agorà un autogol. Molti, su tali errori, hanno gioiosamente sguazzato. Tipo Gad Lerner, che lunedì sera a L’Infedele ha voluto dimostrare plasticamente perché Grillo detesti tanto certi talk-show.

Quel sessista di Grillo. Il post sul “punto G” è stato letto da Lella Costa come attacco maschilista, anche se Grillo alludeva semplicemente all’orgasmo dell’ego che la tivù garantisce. La trivialità di Grillo è bipartisan: Pisapia è “Pisapippa”, Renzi soffre di “invidia penis”. Non è un’attenuante: è un fatto.

Quel brigatista di Grillo. Una scatenata Lella Costa ha poi paragonato i “Comunicati politici” di Grillo alle Brigate Rosse. Piero Ricca le ha ricordato che il rimando era palesemente ironico. Macché: “Se metti insieme il punto G e le BR non ci trovo nulla da ridere”.

Quei fascisti dei grillini. Partendo dagli insulti ricevuti dalla Salsi, l’assioma era: “I grillini sono violenti”. Purtroppo la suburra non è esclusiva del M5S, bensì prassi anche di centrodestra e centrosinistra (soprattutto se protetti da anonimato). Al programma, però, faceva più comodo tratteggiare il grillino come un fascista. E il piddino come un cherubino.

Astenuti a giorni alterni. Renzi ha serenamente spacciato interpretazioni per verità (“La mafia non uccide e l’Aids non esiste: questo è Grillo”). Poi: “Grillo è al 18 percento solo perché l’astensionismo è alto”. Invece il quasi 30 percento di cui è accreditato il Pd è calcolato sul 100 percento degli italiani (ma solo nei sogni di Renzi).

La tecnica del presepe d’essai. Lerner, che al Pd ha aderito fin dall’inizio, sa fare televisione. Quando deve demolire un rivale politico, o non invita gli avversari oppure sceglie una figura “aliena”. Piero Ricca, bravo e preparato, doveva fungere da Torquemada petulante. Suo malgrado respingente.

Quasi come la D’Urso. La tecnica è quella del panda e del “tutti contro uno”. Come tre giorni fa su Mediaset: Sgarbi, Facci, Santanchè e D’Urso contro Flavia Vento (a far da grillina). Se poi il M5S non va nei talk show – che fino a ieri neanche lo filavano – non c’è da stupirsi.

Conduttore Interruptus. Se qualcuno faceva distinguo sul M5S, Lerner lo interrompeva. Airaudo: “Nel Movimento 5 Stelle ci sono istanze positive…” (interruzione). Airaudo 2: “Sono problemi di crescita inevitabili…” (interruzione). Eccetera.

Primarie fantasma. Dopo aver tratteggiato Grillo come un dittatore che attacca la tivù ma continua a farla (?), Lerner ha accusato il “capo politico” di blindare le partecipazioni alle primarie online. In realtà, nel post di 9 giorni fa, Grillo ha casomai provato a tutelarsi dai “rischi Scilipoti”. Non si capisce perché, secondo Lerner, salire ora sul carro del vincitore sia preferibile a premiare chi nel M5S ha sempre creduto.

Badilate scalfariane (e poi Tosi). Lerner ha applicato Le Sacre Tavole Livide di Scalfari, ovvero: Grillo è il Male. Il boomerang era però dietro l’angolo. Quattro anni fa, Lerner ammise che il sindaco di Verona era l’ospite che più lo aveva messo in difficoltà. C’è ricascato. La sintesi migliore è stata proprio di Flavio Tosi: “La democrazia interna c’entra poco. Grillo sa che, se i suoi vanno in tivù, li distruggono. Sono bravi ragazzi, onesti e appassionati, ma inesperti”.
Lapalissiano. Anche se forse, per Lerner, pure la Lega è troppo grillina.

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