Obama, il presidente delle minoranze

mercoledì, 7 novembre 2012

Barack Obama ha vinto più nettamente delle aspettative, conquistano una vittoria chiara, per quanto risicata, nel voto popolare, e ottenendo un netto successo nel Collegio Elettorale. Lo spoglio non è ancora ultimato, ma è praticamente certo che il presidente supererà i 300 Voti Elettorali. Il trionfo di Obama, come si nota nell’exit poll, è stato costruito grazie alla formidabile tenuta della coalizione delle minoranze sociali che già l’avevo spinto al netto successo contro McCain nel 2008. Le donne single, i giovani, gli afro-americani e gli ispanici sono stati i gruppi chiave della vittoria del presidente nel 2012. Nonostante una netta sconfitta nel voto bianco, la parte ancora maggioritaria dell’America, Barack Obama è riuscito a conquistare ancora una volta la Casa Bianca nonostante lo stato ancora problematico dell’economia. Particolare significato ha il successo nell’Ohio, conquistato grazie ad uno dei provvedimenti più criticati dell’amministrazione, il salvataggio pubblico dell’industria automobilistica. Romney scrisse all’epoca un editoriale per il New York Times sostenendo la necessità di far fallire “Detroit”, la città sede delle maggiori case automobilistiche americane. Una posizione che è costata la sconfitta al candidato repubblicano, anche se la coalizione progressista del presidente, basata sulle minoranze etniche e sociali, avrebbe provocato la sconfitta dei conservatori anche con una vittoria repubblicana in Ohio. I latinos sono stati il segmento chiave, visto che hanno votato in numero maggiore rispetto al 2008, e hanno premiato il presidente per il suo supporto ad una visione inclusiva dell’immigrazione. Il liberismo e l’ostilità agli stranieri escono sconfitti da questa consultazione, anche se l’America conservatrice è ancora molto forte. Anche Obamacare, la riforma sanitaria universalistica dell’amministrazione, è condivisa da una maggioranza degli americani, secondo gli exit poll. Gli Stati Uniti di Ronald Reagan sono ora minoritari, e i repubblicani dovranno partire da questa considerazione per tornare competitivi nel 2016.

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