Il cronometro strumento prezioso per i politici, ma ragionare è un’altra cosa (Sky al 6,06%)

martedì, 13 novembre 2012

Scrivo prima di conoscere i dati d’ascolto di ieri sera (Sky fra digitale e satellite ha raggiunto il 6,06%, L’Infedele si è fermato al 2,94%, dignitosissimo in una serata caratterizzata da un evento speciale) per dichiarare in anticipo che la formula del minuto e mezzo cronometrato come tempo limite di risposta ai politici -ripreso da Sky sul modello statunitense- è una buona idea per la comunicazione politica. Impensabile in trasmissioni come la mia, dove la conversazione deve farsi confronto e quindi intrecciarsi come i dialoghi della nostra vita quotidiana, quella formula ha però il vantaggio di “costringere” i politici a misurarsi sinteticamente su una vasta gamma di contenuti diversi. E’ solo un parlare per slogan, obietta qualcuno. Anch’io sono convinto che i 140 caratteri di twitter possono bastare agli astuti battutisti ma non a esprimere ragionamenti complessi. Ma inchiodarsi a degli impegni netti per un politico è doveroso. Ha vinto Renzi? Può darsi. Vendola verrà danneggiato dal fatto che sudava? Boh. Tabacci ha un futuro nella politica nazionale? Se lo meriterebbe. La Puppato occupa uno spazio colpevolmente lasciato sguarnito da donne più esperte di lei? Peggio per chi non ha osato, e merito a lei. Bersani resta nonostante tutto il favorito? Mi sa proprio di sì. Fatto sta che ieri sera mio figlio tredicenne s’è appassionato alla formula e non ha voluto cambiare canale. E si conferma che le primarie uniscono più di quanto dividano. Se il Pd farà un bel risultato (anche grazie al duello Bersan-Renzi) chi gliela farà fare, al perdente, di emigrare altrove?

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