Lo scudo fiscale permanente per gli evasori italiani in Svizzera

martedì, 20 novembre 2012

Svizzera ed Italia sono sempre più vicine a trovare un accordo su un nuovo Trattato che permetta di tassare i capitali esportati illecitamente in Svizzera, mantenendo però l’anonimato dei correntisti. Questo tipo di intese sono già state stipulate dalla Confederazione Elvetica con Germania, Gran Bretagna ed Austria, anche se l’approvazione delle stesse è piuttosto dibattuta. I patti Rubik, come sono stati soprannominati, prevedono un condono tombale sulle somme esportate illecitamente, con aliquota assai più alta, tra il 21 ed il 41%, rispetto alla scudo fiscale introdotto negli anni scorsi nel nostro paese. Oltre al condono, i depositi bancari elvetici dei contribuenti stranieri vengono sottoposti ad una tassazione permanente, anch’essa piuttosto alta, visto che ricalca l’imposizione su redditi da capitale in vigore nel paese che firma il patto Rubik con la Svizzera. Se lo stato che perde i capitali esportati illecitamente avrà un ritorno economico garantito dagli introiti della nuova imposizione che la Svizzera gli girerà, chi invece porta i soldi nelle banche elvetiche avrà ancora la garanzia dell’anonimato.

Negli istituti di credito della Confederazione ci sono 150/200 miliardi di euro depositati da “evasori” italiani. Il nuovo accordo con la Svizzera permetterebbe un incasso immediato per l’Italia vicino ai 20-30 miliardi. Una stima ottimistica, che si basa sull’accettazione dell’accordo tra gli stati dei depositanti italiani. Se il patto Rubik tassasse effettivamente una somma compresa tra i 100-150 miliardi, gli introiti miliardari verrebbero da  una tantum del 30- 35%: ovvero una ritenuta fiscale del 20%, prelevata dalla banca elvetica e poi girata all’erario italiano, più un 10-15% extra per mantenere l’anonimato, garantito dalla Svizzera. Ogni anno poi il fisco del nostro paese potrebbe contare sull’introito garantito dallo scudo fiscale permanente garantito dal patto Rubik.

La Commissione europea ha già detto che le intese bilaterali tra Svizzera e stati europei – finora Germania, Gran Bretagna ed Austria – sono compatibili col diritto comunitario, anche se il tema è piuttosto controverso, ed il Parlamento europeo ha mostrato più volte ostilità. Nessun trattato però è al momento entrato formalmente in vigore, visto che la ratifica nei parlamenti è stata molto dibattuta. Nel Pd più voci si sono dichiarate favorevoli alla stipula di queste intese -Matteo Renzi  cita spesso questo tema – ma nella sinistra europea prevale la contrarietà. La Spd  ed i Verdi hanno votato contro all’approvazione del patto Rubik con la Svizzera al Bundestag, mentre al Bundesrat, la Camera delle Regioni dove la coalizione progressista può bloccare le iniziative del governo Merkel, il trattato è per ora bloccato. La Spd sta puntando molto sull’opposizione a questo accordo, considerato un indebito regalo agli evasori. Chi porta i soldi illecitamente è sì sottoposto ad una nuova tassa prima non pagata, ma gli viene abbondantemente condonato il passato. Il periodo di ristrettezze fiscali causato dalla crisi rende questi accordi molto allettanti per le esangui casse pubbliche, ma come notano i progressisti europei, nei patti Rubik la giustizia fiscale è quasi del tutto assente.

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