La Grecia è il simbolo della fallimentare paralisi della Ue

sabato, 24 novembre 2012

Il vertice sul quadro finanziario dell’Unione Europea si è chiuso in modo fallimentare. Lo scontro, ancora una volta, è stato impostato sull’austerity da introdurre anche a livello comunitario, sottoponendo a tagli anche il bilancio della Ue. Il fronte del rigore, condotto dalla Germania e supportato da altri paesi ricchi del Nord, ha proposto misure di riduzione di spesa piuttosto contenute, ma la loro opposizione alle proposte della Commissione e degli stati membri più deboli è stata ferrea.

I fallimenti dei vertici sui budget europei sono una lunga tradizione comunitaria, ma nel pieno della crisi più grave del Vecchio Continente dal secondo dopoguerra ad oggi, ci si aspettava un salto di qualità dai leader che ancora una volta non c’è stato. I mercati non sono ancora tornati a punire quest’Europa indecisa a tutto quando si tratta di affrontare le questioni essenziali, ma questo avviene solo grazie alla forza del bazooka puntato dalla Banca centrale europea. Anche l’unione bancaria, invocata ieri con forza da Mario Draghi, è stata messa in naftalina perché osteggiata dalla Merkel, che non vuole sottoporre alle vigilanza della Bce il sistema creditizio tedesco.

La Germania è il paese ormai egemone dell’Unione europea, ed in questo momento è il più grosso freno alla risoluzione della sua crisi. Come rimarca oggi Alessandro Penati su Repubblica, la messinscena della Merkel si manifesta alla massima intensità sulla crisi greca. La cancelliera si sta proponendo in patria come la leader che riesce a salvare l’Europa e l’euro senza alcuno sforzo per il contribuente tedesco. Come evidenzia l’editorialista economico su la Repubblica, finora Berlino non ha speso un quattrino per aiutare la Grecia, visto che i crediti garantiti ad Atene vengono rimborsati con un tasso di interesse superiore al costo del debito tedesco, la cui discesa si è accelerata con l’approfondimento della crisi.

La Grecia è uno stato ormai chiaramente fallito, portato al massacro sì per responsabilità proprie, ma anche per politiche di rigore che hanno provocato una recessione che ha cancellato in quattro anni il 25% della ricchezza nazionale prodotta sino ad allora. Un balzo all’indietro di molti anni che non è sostenibile finanziariamente per nessun paese, tantomeno per un’economia incapace di avere una solida base di export, e cresciuta per “la droga” dei consumi interni garantita dal credito a basso costo dei primi anni 2000. Ora il debito greco è sostanzialmente nelle mani della Troika, il vero governo di Atene. L’unica soluzione alla crisi ellenica è un haircut sostanziale dei titoli di debito in mano ai suoi creditori, gli stati europei, come propone il Fondo monetario internazionale Penati scrive che “il contribuente, non solo quello tedesco, non ha sentore del vero costo del salvataggio greco. Ma quando inevitabilmente dovrà mettere mani al portafoglio, che fine farà la solidarietà europea?”. Una domanda che si staglia come un’ombra minacciosa sul futuro dell’Unione, e non solo in merito alla crisi ellenica.

La Germania ha posto un ferreo “Nein” al taglio del debito greco, perché smaschererebbe la falsa rappresentazione della crisi della Merkel. La cancelliera pensa ormai solo alle federali del 2013, ed è consapevole che il suo elettorato conservatore non accetterebbe mai perdite di soldi per colpa dei “pigri” mediterranei. I paesi ricchi dovranno però fare questo per aiutare quelli più poveri, perché solo una vera unione dei trasferimenti, tipica di ogni stato federale, potrà evitare il collasso dell’Unione europea oberata da una crisi che durerà ancora a lungo.Fino a quando questa consapevolezza non arriverà, ci saranno solo inutili e sempre più dannose procrastinazioni.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.