Olanda: i paesi in crisi possono lasciare l’euro

venerdì, 30 novembre 2012

Il governo olandese vuole consentire l’abbandono dell’euro ai paesi in crisi con le regole dell’unione monetaria ed economica. Una svolta annunciata da un’intervista del premier dei Paesi Bassi Mark Rutte a Süddeutsche Zeitung e Financial Times, la prima effettuata dal leader dei liberali dopo la formazione del nuovo governo. L’esecutivo olandese si è contraddistinto finora per essere uno dei più fedeli alleati di Angela Merkel nella difesa dell’austerity come politica economica per risolvere la crisi dei debiti sovrani. Nonostante il cambio di maggioranza – al posto del centrodestra ora i Paesi Bassi sono governati da un’alleanza tra liberali e sinistra riformista – questa posizione non cambierà, almeno secondo Rutte.

I paesi dell’eurozona che sono in difficoltà con i programmi di austerità però potrebbero lasciare la moneta unica, se lo volessero. Questa è la proposta più importante dell’intervista del premier olandese, che ha chiesto una modifica dei Trattati europei al fine di consentire questa facoltà.  Un’idea che pare fatta su misura per rendere meno traumatico l’addio alla Grecia, visto che i governi del Fronte del rigore – Germania, Paesi Bassi e Finlandia – sono consapevoli che un taglio del debito produrrà una ricaduta negativa sui loro conti pubblici, visti i crediti concessi ad Atene. Rutte è stato finora un alleato ferreo di Angela Merkel, ed il premier olandese ha ribadito di condividere a fondo la strategia della cancelleria. ” L’Europa non può crescere su una montagna di debito. Come nazione con una forte tradizione di commercio e di export noi siamo legati ad una moneta stabile. Per la sopravvivenza futura dell’euro, è essenziale che tutti i paesi membri dell’unione monetaria mantengano le loro promesse, quando la valuta unica è stata introdotta. Il nostro scopo deve essere il rafforzamento dell’euro, renderlo più credibile ed attaccare il ruolo del dollaro, attualmente la moneta di riferimento dell’economia mondiale”.

Mark Rutte ha inoltre subito bocciato, anche se non in termini chiari, il piano della Commissione Barroso per l’approfondimento dell’unione economica e monetaria, schierandosi contro una trasformazione federalista della Ue. ” Non sono d’accordo con chi sostiene che dobbiamo trasferire più competenze a Bruxelles. Il nostro governo vuole porre all’attenzione dei 27 paesi membri il fatto che forse la Ue è impegnata in troppi ambiti. Dobbiamo avere competenze europee nei settori dove il vantaggio è evidente per tutti, come nel campo delle politiche monetarie, dell’immigrazione o sulla sorveglianza dei confini.” Rutte però ha preferito evitare, rimarca il Financial Times, di citare quali siano gli ambiti dove i governi nazionali potrebbero agire meglio delle istituzioni comunitarie.

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