Krugman: l’austerità dell’Europa e di Monti è un salasso medioevale

mercoledì, 12 dicembre 2012

Le dimissioni di Mario Monti sono un sintomo del fallimento delle politiche di austerità europee. E’ l’opinione di Paul Krugman, il Premio Nobel per l’Economia che da ormai molto tempo critica aspramente le scelte rigoriste adottate dai governi comunitari. La riflessione di Krugman si intitola “Bleeding Europe“, “Europa sanguinante, ed è l’ennesimo atto d’accusa contro una politica che continua a chiedere enormi sacrifici alle popolazioni europee senza apportare alcun beneficio, neppure dal punto di vista dell’agognato e non raggiunto consolidamento fiscale.

“L’Europa mi ha sorpreso per la determinazione politica – la volontà delle nazioni debitrici di sopportare dolore apparentemente infiniti, l’abilità della Bce di fare giusto il necessario, all’ultimo minuto, per calmare i mercati quando la situazione finanziaria era sul punto di esplodere. Ma l’economia dell’austerità si è svolta esattamente secondo il copione assegnato, ovvero il copione keynesiano. Di volta in volta, i tecnocrati responsabili spingono le loro nazioni ad accettare l’amara medicina dell’austerità. Ora come prima, queste non portano ad alcun risultato. “L’ultimo caso sintomatico è l’Italia, dove Mario Monti – definito da Krugman una brava persona, profondamente sincera – sta lasciando il governo prima del tempo, perché le sue politiche hanno approfondito la recessione italiana. E, rimarca l’economista, anche per questo non ci sarà alcun seguito al governo Monti, il Full Monti che gioca sul titolo del famoso film sugli spogliarellisti disoccupati.

“E quale risposta viene fornita? Seguite la stessa linea, dicono gli eurocrati. Funzionerà tra poco, perché la fata della fiducia sta arrivando!”. Krugman prende in giro la “Confidence Fairy”, la fata della fiducia appunto, ovvero l’idea che politiche di liberalizzazione dei mercati – del lavoro, dei capitali, delle merci – aumenteranno “magicamente” la fiducia degli investitori in ogni occasione, a prescindere dal ciclo economico nel quale sono applicate. Il premio Nobel per l’Economia ironizza su come l’’Europa sta diventando il continente dove i tempi felici sono sempre dietro l’angolo”.

La chiusura finale di Krugman è ancora più dura, visto che definisce l’austerità una cura medioevale, sottolineando così sia il carattere inefficace che anti scientifico. ” E’ davvero come la medicina del Medioevo, salassavano i pazienti per curare i loro malanni, e quando il sanguinamento li faceva star peggio, li salassavano ancora di più”.

L’opinione espressa dall’editorialista del NY Times è simile al commento di una delle firme più prestigiose del Financial Times, Wolfgang Münchau. Per Münchau il governo Monti ha seguito troppo fedelmente le politiche negative del rigore imposte dalla Ue, evitando di scontrarsi con la Germania su una delle chiavi per risolvere la crisi del debito, gli eurobond, che rischia di rendere insostenibile nel medio periodo la presenza dell’Italia all’interno dell’unione monetaria.

 

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