L’anno nero dei pendolari italiani

venerdì, 14 dicembre 2012

La settimana di passione dei pendolari lombardi di Trenord ha riportato in evidenza lo stato indecente del trasporto pubblico italiano. Mentre si moltiplicano i collegamenti ad alta velocità sulle tratte più redditizie, il servizio per le persone che si recano al lavoro col treno peggiora di anno in anno. Come rimarca un articolo di oggi de La Repubblica, “i regionali sono sempre meno: 6.800 quelli di Trenitalia, il numero più basso degli ultimi dieci anni, che nel 2012 hanno coperto 155 milioni di chilometri (-4,5% rispetto al 2010). I treni a percorrenza breve sono sempre più rotti e sporchi. Non solo in ritardo, non passanomproprio. Saltano una, due, tre corse — per un’avaria, uno sciopero senza preavviso, perché c’è stato l’ennesimo furto di rame sulla tratta — e alla quarta, quando arrivano, non possono ripartire perché non c’è spazio per contenere i passeggeri accumulati in banchina.”

La responsabilità di questo caos spetta alla Regioni, le titolari della gestione del trasporto locale, come hanno rimarcato anche le sentenze della magistratura che si sono occupate dei ricorsi dei pendolari. Nessuna delle venti Regioni dedica al tema — ferrovie locali — una cifra che arriva all’1 per cento del proprio bilancio. Nella Lombardia dello scandalo Trenord (è il quarto giorno di disagio per i pendolari) s’impegna lo 0,51 per cento del totale, nel Lazio di Fiorito-Batman lo 0,13 per cento e la Calabria spende per il trasporto locale su ferro tre euro ogni diecimila a disposizione. Nel Lazio le spese per le indennità di consiglieri e gruppi politici nel 2011 sono state di 36,1 milioni, quelle destinate ai pendolari un milione in meno. La Regione Sicilia ha speso 36 milioni per i gruppi di partito, un terzo per i treni regionali. Tutte le Regioni negli ultimi due anni hanno aumentato — in complicità con i gestori — le tariffe dei biglietti. In Liguria anche del 30 per cento”.

 

 

 

 

 

 

Come evidenziano i grafici pubblicati da Repubblica, in alcune Regioni i servizi sono stati tagliati in modo significativo, anche con riduzioni del 30%, ed i rincari delle tariffe sono state costanti. Questo contemporaneo peggioramento del servizio ed aumento del costo costituisce  un danno rilevante, subito da una quota di cittadini in netto aumento. Su alcune delle più trafficate tratte ferroviarie del nostro paese ogni giorno prendono il treno più di 50 mila persone, un numero in crescita anche a causa del rincaro della benzina.

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