Primarie in Lombardia, tre candidati per il cambiamento

sabato, 15 dicembre 2012

Da un paio d’ore si sono aperti seggi delle primarie per la presidenza della Regione organizzate dal Patto Civico per la Lombardia. Il Patto Civico è un allargamento del campo del centrosinistra a tutte le forze della società che vogliono costruire un governo alternativo al ventennio formigoniano e al duo Pdl-Lega. I tre candidati in campo per la guida di questa coalizione sono l’avvocato Umberto Ambrosoli, la ginecologa Alessandra Kustermann ed il giornalista Andrea Di Stefano, esponenti civici senza incarichi istituzionali.

Umberto Ambrosoli è il grande favorito di questa consultazione. Il Pd lo sostiene, anche se l’appoggio non è monolitico. Bersaniani e renziani però si sono ritrovati in larga parte, dopo la sfida delle primarie nazionali, convergendo sulla candidatura dell’avvocato penalista noto per il suo impegno per la cultura della legalità. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia si è speso per convincerlo, dopo iniziali ritrosie sulla candidatura. Figlio dell’eroe borghese Giorgio Ambrosoli, ucciso da un killer di Sindona, Ambrosoli ha spinto per trasformare le primarie “tradizionali” del centrosinistra in consultazioni allargate anche a forze e sensibilità che non si riconoscono in questi partiti. Il profilo politico di Umberto Ambrosoli è indubbiamente il più moderato tra i tre in campo, anche se l’avvocato milanese ha ribadito la sua appartenenza al centrosinistra, andando tra le altre cose a votare per le recenti primarie per la presidenza del Consiglio. Nel suo programma il tema del rapporto tra pubblico e privato, cuore del governo formigoniano, vuole esser risolto con una trasformazione più graduale e meno netta rispetto alle proposte dei suoi concorrenti. Particolare attenzione è dedicata alla legalità, da sempre il tema sul quale più si è speso l’avvocato milanese.

Alessandra Kustermann è stata la prima donna a diventare primario ginecologo della clinica Mangiagalli di Milano. Volto storico della sinistra milanese, la Kustermann è appoggiata da alcuni settori del Pd lombardo, per lo più schierato con Ambrosoli, e rappresenta un po’ l’incognita di queste consultazioni, visto che appare come la sfidante più competitiva del favorito Ambrosoli. Alessandra Kustermann ha ribadito più volte, nel corso di questa campagna elettorale, la sua appartenenza al Pd e alle precedenti esperienze della sinistra italiana, cercando così di rafforzare la sua credibilità presso l’elettorato più militante. Il programma della direttrice dell’unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia della Mangiagalli ha toni più netti per quanto riguarda il rapporto tra pubblico e privato, affermando come il primo debba venire prima del secondo nella sanità e nell’istruzione.

Il candidato con le minori chance appare Andrea Di Stefano, giornalista di “Radio Popolare” e direttore della rivista “Valori”.  Giornalista specializzato sui temi dell’economia sostenibile, Di Stefano propone la rottura più radicale con il ventennio formigoniano, ispirandosi alla difesa dei “beni comuni”, lavoro, istruzione e sanità. Il direttore di “Valori” raccoglie il consenso della Federazione della Sinistra, della maggioranza di Sinistra Ecologia e Libertà, mentre anche alcuni settori del Pd milanese, sopratutto giovani amministratori locali, hanno deciso di appoggiarlo.

Le primarie di oggi si concluderanno alle 20, come ricordato già nelle indicazioni di ieri, e dovrebbero concludersi con una vittoria di Umberto Ambrosoli. La partita però potrebbe essere più incerta del pronostico, anche a causa di una campagna elettorale sì partecipata, ma meno “indirizzata” dai partiti rispetto ad altre consultazioni. Il candidato presidente che guiderà il Patto Civico per la Lombardia avrà poi la concreta chance di strappare il Pirellone al centrodestra, per la prima volta dopo l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi. La II Repubblica è partita da Milano e dalla Lombardia, e dopo la vittoria di Giuliano Pisapia il forzaleghismo potrà essere archiviato definitivamente solo con una sconfitta nella Regione più grande del nostro paese.

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