“Perche’ vi dico che l’Imu e’ una tassa sacrosanta”

giovedì, 21 febbraio 2013

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento dell’architetto Ciro Noja.

 

 

 

Ma è possibile che in questo sciagurato paese non ci sia stato uno che si sia alzato a dire: “scusate, ma ci rendiamo conto che una casa ha bisogno che qualcuno asfalti la via, la spazzi, dia l’illuminazione pubblica; che qualcuno smaltisca gli scarichi della fognatura, metta i vigili e i semafori, curi i parchi e i giardinetti, gestisca i servizi scolastici comunali -e si potrebbe continuare. Ma davvero c’è qualcuno che può pensare che questi servizi costino meno di 225 € all’anno, meno di 62 centesimi al giorno, per ogni casa servita, compresa la prima? E allora dove sta il problema, con l’IMU?
Dei problemi ci sono, certo, e qualche correzione andrebbe studiata: i soldi dell’IMU dovrebbero andare direttamente ai Comuni, e il minor trasferimento di risorse (fino all’azzeramento) dallo Stato ai Comuni dovrebbe subito trasformarsi in un equivalente alleggerimento della pressione fiscale dello Stato; i valori catastali sono distorti, e questo si riflette sulle operazioni di trasferimento di proprietà, quindi bisognerebbe subito porre mano ad una revisione degli estimi; le aliquote potrebbero forse essere modulate con più progressività a carico dei grandi patrimoni.
Queste sono le critiche che potevano e dovevano essere fatte, a partire però dal fatto che l’IMU è sacrosanta, che in tutta Europa le imposte sugli immobili, prima casa compresa, (che sono più alte che in Italia) servono a finanziare i servizi locali. Punto.
Se qualcuno avesse avuto questo coraggio, avrebbe evitato se non altro di condannarsi alla rincorsa di quello che la spara più grossa, rincorsa inutile perché c’è sempre uno, incurante del ridicolo, che spara più in là: “diminuisco l’IMU ”… “e io l’azzero”… “e io ve la rimborso”.. “ e io vi regalo anche sette pentole e due materassi” , e via farneticando.

Dirò di più: l’IMU è anche morale ed educativa (bisogna anche avere il coraggio di usare parole desuete e considerate piuttosto ridicole), perché è l’unica imposta veramente federale, che consentirebbe di misurare in maniera ravvicinata l’uso più o meno efficace dei nostri soldi. E soprattutto perché dire alla gente che l’IMU è iniqua vuol dire continuare a lisciare il pelo agli elettori facendo pensare che i servizi che ognuno di noi usa li deve pagare qualcun altro: e sappiamo come va a finire, questo qualcun altro è poi il debito pubblico, cioè il futuro, cioè il domani dei nostri figli. A meno che l’aumento smisurato del debito e degli interessi non ci seppellisca tutti molto prima.

Per finire, citiamo qualche cifra, per capire se questo uragano mediatico ha almeno una dimensione economica proporzionata alle cifre vere:
– l’importo medio dell’IMU pagata sulla prima casa è 225 euro (ripeto: 62 centesimi al giorno)
– un quarto delle prime case non ha pagato nulla, essendo al di sotto della franchigia (a questo nessuno aveva ancora pensato, suggeritelo subito a Berlusconi: rimborsiamo anche la franchigia, se no gli “incapienti” ci rimettono e non lo votano, sono sempre 4 milioni e 800 mila famiglie!)
-il 36% delle case ha pagato meno di 100 euro
– il 62% è sotto i 200 euro
– l’85% è sotto i 400 euro
– sopra i 600 euro sono il 6,8% dei contribuenti; più esattamente, i contribuenti con un imponibile superiore a 120.00 euro l’anno hanno pagato mediamente 629 euro di IMU. In generale l’esame del rapporto IMU/imponibile dimostra che c’è stata una buona progressività.
– per finire, l’introito complessivo dell’IMU sulla prima casa è stato di 3,4 miliardi, contro i 3,3 dell’ICI prima casa del 2007 (poi è stata abolita): cento milioni di differenza, mediamente 20 euro per abitazione.

Se venissero prelevati soldi dalle casse dello Stato ( perché di questo comunque si tratta, che provengano da un fantomatico accordo con la Svizzera, dalle tasse sulle sigarette o da qualunque altra posta del bilancio: sono soldi dello Stato che si decide di spendere in questo modo anziché in un altro) per restituire l’IMU vorrebbe dire questo: chi non ha casa in proprietà o aveva un’IMU inferiore alla franchigia, non riavrà nulla, ma dovrà contribuire a rimborsare 600, 700, 1.000 euro ai contribuenti più ricchi. Evviva!

Scusate lo sfogo, ma qualcuno doveva dire queste cose, e vi prego di farle girare.

Ciro Noja

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