Se la Milano della moda calpesta un artista come Asaf Avidan

giovedì, 21 febbraio 2013

Torno sconsolato dal Teatro Franco Parenti di Milano dove credevo di assistere a un evento artistico di primissimo livello: il concerto del cantautore Asaf Avidan, virtuoso della voce e rigeneratore del suono tra i più raffinati al mondo. Forse dovevo sospettare dall’invito. Veniva da stilisti che qui è inutile citare, nell’ambito di una delle tante settimane della moda. Fatto sta che Asaf Avidan non ha ottenuto un momento di concentrazione, rispetto, silenzio, attenzione neanche al principio della sua esibizione. Brusio di sottofondo, caproni e caprette che ilari chiacchieravano e sbraitavano mentre lui tentava invano di fargli provare un’esperienza culturale di altissimo livello. Poi avanti così. Asaf Avidan che suonava, cantava, gorgheggiava in modo straordinario, seguito con emozione da una buona metà degli astanti (fra i quali artisti come Mauro Pagani e Malika Ayane). Ma una retrovia di buzzurri ignoranti zoticoni profanava tutto intorno quello che avrebbe potuto essere un momento magico anche per loro, fossero stati in possesso dei minimi attributi cerebrali e/o sentimentali necessari. Una vergogna. La Milano della moda che calpesta un artista di livello eccelso, nella più totale inconsapevolezza. Desolato, un signore accanto a me notava che succede così a Milano quando non si paga il biglietto. Spero almeno che Asaf Avidan si sia fatto ricompensare la prestazione con una paccata di migliaia di euro, i quali non basteranno comunque per chiedergli scusa.

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