“Tutti a casa! Ci vediamo in Parlamento!”… E poi?

sabato, 23 febbraio 2013

Ho seguito in streaming, con sincera ammirazione, tutta la manifestazione conclusiva della campagna elettorale del MoVimento 5 Stelle ieri sera in piazza San Giovanni a Roma. Ho scritto subito, di getto, che mi sono piaciuti quella piazza e il senso di comunità che trasmetteva, con discorsi e filmati che sul palco rappresentavano sì rabbia e conflitti, ma anche pacifismo, solidarietà, richiami alla democrazia. Non mi interessa neanche discutere la buona fede di Beppe Grillo, forse davvero invasato di sè stesso, quando recita da attore consumato di fronte a una creatura collettiva infinitamente migliore di lui. Lo ha detto più volte, stava replicando per la settantasettesima volta il repertorio di uno spettacolo. Lui stesso li ha chiamati spettacoli, i discorsi tenuti in giro per l’Italia, e si è scusato con gli aficionados per l’inevitabile ripetitività delle sue battute. Ho l’impressione che con l’orgasmo di ieri sera Grillo abbia toccato il culmine e non sappia come proseguire. Me lo conferma il finale evasivo della serata (“se vedemu, li mortacci quanti siete…”). Non sono affatto sicuro che Grillo&Casaleggio abbiano già un piano sul da farsi dopo il 25 febbraio, cioè dopo la scorpacciata di voti annunciata per dopodomani. Quando sarà chiaro che i politici non andranno “tutti a casa” e che forse costringerli con un boicottaggio parlamentare a rifare nuove elezioni fra pochi mesi non è poi il massimo della vita. Anzichè il tanto peggio tanto meglio, io mi auguro che i parlamentari M5S contribuiscano all’approvazione rapida di norme anticasta e anticorruzione, a una riforma del welfare che ne estenda i benefici a precari e senza lavoro. E poi magari a realizzare il loro obiettivo che mi piace molto: la privatizzazione della Rai, conservando un solo canale televisivo pubblico senza pubblicità. Ma si tratta di una percorso meno eccitante e più dispersivo di quello che Grillo ha compiuto fino a piazza San Giovanni. Potrebbe perfino venirgli a noia, visto il personaggio, che non mi vedo seduto a distribuire direttive su un sofà del Transatlantico di Montecitorio.

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