Il centrosinistra sembra favorito dal calo dell’affluenza

lunedì, 25 febbraio 2013

Ieri alle 22 si è conclusa la prima giornata delle elezioni politiche, che si concluderanno oggi alle 15, quando saranno aperte le urne. Dopo una buona tenuta della partecipazione, nonostante il maltempo che ha colpito buona parte d’Italia, l’affluenza è calata sensibilmente nell’ultimo dato rilevato. Alle 22 di ieri sera aveva infatti votato il 55,17% contro il 62,55% di cinque anni fa. Dunque il calo è di oltre 7 punti percentuali.  Una contrazione così consistente potrebbe portare ad un vero proprio e crollo dell’affluenza finale, però bisogna rimarcare come gli italiani si siano abituati a votare il lunedì mattina. Secondo i sondaggisti e la maggior parte degli osservatori il tasso di partecipazione finale dovrebbe assestarsi sopra quota 70%, non lontano dal 75% che era nelle previsioni iniziali. La crescita dell’astensionismo registrata negli ultimi anni sarebbe così confermata, ma l’Italia si confermerebbe una delle democrazie europee ancora caratterizzata dalla maggior partecipazione elettorale.

Il calo della partecipazione sembra penalizzare gli insediamenti elettorali del centrodestra. Le zone dove la crescita dell’astensionismo è stata maggiore sono il Nord Ovest (-8,0%) ed il Sud e le Isole (-9,6%), ma è soprattutto la contrazione di partecipazione nei piccoli comuni che pare particolarmente penalizzante per il blocco berlusconiano. L’affluenza ha fatto segnare -4,6% nei comuni sopra il mezzo milione di abitanti, -5,7% nei comuni tra i 200.000 ed i 500.000, -5,9% in quelli tra i  100.000 ed i 200.000, e addirittura -8,1% in quelli sotto i 100.000. Le aree metropolitane sono le tradizionali roccaforti del centrosinistra, mentre la cosiddetta “Provincia” è storicamente il bacino di consenso delle forze conservatrici, dalla Democrazia Cristiana al forzaleghismo. Come rimarca l’analisi dei sondaggisti di Quorum,  “se si prova a vedere se sono presenti correlazioni tra la variazione dell’affluenza e l’andamento di alcuni partiti nel 2008, si può notare come là dove il centrodestra nel 2008 era più forte è proprio dove il calo della partecipazione al voto è stato più netto”.

Un altro esperto di analisi elettorali, Eugenio Angellilo di Termometro Politico, ha evidenziato come nell’ipotesi in cui tutti gli elettori avessero confermato il loro voto, il centrosinistra avrebbe già recuperato circa 300 mila consensi rispetto al 2008.

Incrociando i dati di affluenza delle singole province con i risultati delle elezioni del 2008 si puo’ chiaramente osservare un forte trend positivo per il csx, anche considerando per semplificazione che all’interno della singola provincia l’astensionismo colpisca in maniera eguale ambo PD e PDL

Se infatti consideriamo la differenza totale di voti tra Centrodestra e Centrosinistra alle 22, supponendo che tutti gli elettori abbiano riconfermato la stessa preferenza del 2008, cosa che ovviamente non e’ ma in mancanza di altri dati  possiamo assumere per esemplificare il problema, il gap tra centodestra e centrosinistra si e’ ridotto di oltre 280mila voti. In percentuale inoltre la riduzione del gap passa dal 10% delle 12 al 26% delle 22

CDX – CSX
2008 -488452 592991 1070423
2013 -537711 504505 786982
Differenza pro CSX 49259 88486 283441
10% 15% 26%

 

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