Come il Movimento 5 Stelle ha battuto il PD

martedì, 26 febbraio 2013

Il pareggio tra il centrodestra ed il centrosinistra registrato nelle elezioni di ieri ha sorpreso l’Italia, l’Europa ed la gran parte della comunità internazionale, stupita per la resurrezione di Berlusconi e la clamorosa affermazione del MoVimento 5 Stelle. Questo risultato ha tante spiegazioni, ma sicuramente sull’esito finale del voto c’è un forte legame tra il flop del Partito Democratico ed il boom del M5S. Anche i sondaggi, ora criticati da tutti, sono stati precisi con questa, fondamentale, eccezione. Le indagini sulle intenzioni di voto avevano rilevato correttamente il valore del centrodestra, poco sotto il 30%, la flessione di Monti intorno al 10%, e la debolezza dei partiti minori, da quelli centristi alle formazioni più radicali. Il grande errore è stato però la mancata rilevazione del boom di Grillo, in realtà percepito ma non stimato correttamente, e soprattutto a danno di chi questa esplosione elettorale è avvenuta, ovvero il Partito Democratico, colpito in tutti i suoi insediamenti elettorali.

Nel 2008 il Partito Democratico aveva ottenuto circa 12 milioni di voto, arrivando al 33% delle preferenze. Cinque anni dopo il Pd si ferma a 8 milioni e 642 mila, con una contrazione di 3 milioni e mezzo di voti concentrata in alcune aree geografiche ben precise, ed ampliata dalla minore partecipazione alle elezioni del 2013, 75,19 contro 80,5%. Il MoVimento 5 Stelle è diventato il primo partito italiano, alla Camera, grazie invece con 46 mila voti in più del Pd, superando di circa un milione di voti il già clamoroso successo di Forza Italia nel 1994. Mai nella storia italiana una lista alla prima elezione aveva ottenuto una tale mole di consensi.

Il Partito Democratico è stato colpito dalla formazione legata a Beppe Grillo sopratutto al Sud, ma anche nelle Regioni Rosse e nelle aree metropolitane del Nord si nota come il boom finale del M5S sia stato costruito grazie all’elettorato di centrosinistra. Nella circoscrizione di Torino, così come in Provincia di Genova, tradizionali roccaforti della sinistra italiana, il MoVimento 5 Stelle sorpassa anche nettamente il Pd, che perde più di 10 punti rispetto al 2008 nel capoluogo ligure, mentre anche nella provincia più popolosa del Piemonte si registra una flessione pressoché identica. Milano costituisce una significativa eccezione: se il dato del 2013 è peggiore rispetto al 2008, il Pd ottiene comunque un calo assai meno marcato rispetto alle altre aree metropolitane settentrionali, quattro punti e mezzo in meno, sfiorando il 30% nella città guidata da Giuliano Pisapia. Il MoVimento 5 Stelle invece nella metropoli ottiene un risultato buono ma deludente considerando il boom nazionale, con il 17%. Roma è invece una città che mostra quanto il boom di Grillo abbia danneggiato Bersani:il Pd perde 13 punti rispetto al 2008, quasi 250 mila voti assoluti in meno, e il MoVimento 5 Stelle è il secondo partito della Capitale con un distacco di un solo punto percentuale. Anche nelle Regioni Rosse si nota un calo marcato della formazione di Bersani, che perde sette punti in Emilia e Toscana rispetto al 2008, crollando di dodici punti in Umbria e di quattordici nelle Marche, dove il MoVimento 5 Stelle diventa, anche nettamente, il primo partito. Un dato che è abbastanza concorde con la sorprendente sofferenza di Bersani nelle tradizionali zone di insediamento della sinistra registrata già nella sfida con Renzi.

Il tonfo peggiore però il Pd l’ha subito al Sud. In Campania 1 il Pd perde 10 punti. Anche nella città di Napoli i democratici subiscono una contrazione di pari dimensioni, con il Pd ed il M5S appaiati al 25%. In Puglia il Partito Democratico perde 12 punti e mezzo, con un tonfo di oltre 14punti nel luogo più simbolico della crisi italiana, Taranto. Nella città dell’Ilva il Pd passa dal 35% al 21 %, e il MoVimento 5 Stelle supera di slancio diventando la prima formazione a Taranto. In Calabria la contrazione dei democratici è altresì di dieci punti, mentre in Sicilia il crollo è paradossalmente più contenuto, visto che il Pd perde sette punti circa rispetto al 2008, ma la formazione di Bersani viene doppiata dal MoVimento 5 Stelle, che con il 33% è di gran lunga la prima lista dell’isola.

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