Istat: in Italia ci sono 3 milioni di disoccupati

venerdì, 1 marzo 2013

Nel 2012 è esplosa la disoccupazione. In Italia infatti ci sono praticamente 3 milioni di persone, 2 milioni e 999 mila per la precisione, che risultano senza lavoro nonostante lo cerchino attivamente secondo le rilevazioni dell’Istat. Durante il 2012 l’esplosione della recessione, che ha causato una contrazione della ricchezza nazionale pari a meno 2,4 punti percentuali, ha portato ad un aumento drastico della disoccupazione, cresciuta di oltre 22 punti percentuali. Più di 550 mila persone hanno perso la loro mansione durante il 2012, che si è rivelato uno degli anni più difficili vissuti dal nostro paese in epoca recente.

Altri dati negativi sul fronte del lavoro sono il nuovo record toccato dalla disoccupazione giovanile, che ormai riguarda il 38,4% dei ragazzi sotto i 25 anni. Quasi il 40% non studia e non ha alcuna occupazione. Dopo che negli anni scorsi si era registrata una contrazione dei rapporti di lavoro temporanei, causata dal non rinnovo di molti contratti a tempo determinato verificatosi all’inizio della crisi, l’Istat ha rilevato nel 2012 il maggior aumento del lavoro “precario” registrato nella storia recente. Il numero dei lavoratori con contratti a tempo determinato ha toccato i massimi, con 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori: si tratta di 2,8 milioni di lavoratori senza posto fisso. Il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioé dall’inizio delle serie storiche relative.

La contrazione del Pil ha riportato la ricchezza nazionale ai livelli del 2000, una contrazione che ricorda quella subita dagli altri paesi in eurocrisi, come la Grecia o la Spagna. La recessione ha altresì aggravato lo stato della nostra finanza pubblica. Il debito pubblico è aumentato fino al livello record del 127%, mentre il deficit si è ridotto al 3% dal 3,8% del 2011, grazie al consistente aumento delle entrate. La pressione fiscale è infatti salita al 44% del Pil, rispetto al 42,6% dell’anno precedente. Il nuovo gettito ha regalato anche un incremento dell’avanzo primario, ovvero il rapporto delle entrate e delle uscite statali al netto degli interessi sul debito, che è aumentato al 2,5% del Pil, rispetto all’1,2% del 2011.

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