La nuova Costituzione allontana l’Ungheria dalla democrazia

martedì, 12 marzo 2013

In Ungheria lo stato di diritto è sempre più fragile. Nonostante le numerose critiche arrivate dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dagli organismi internazionali, il Parlamento di Budapest ha approvato ieri la nuova Costituzione del paese magiaro. il provvedimento è passato  con 265 si’, 11 no e 33 astensioni: il maggior partito d’opposizione, i socialisti, ha abbandonato l’aula per protesta, mentre ai sì della formazione che guida l’Ungheria dal 2010, Fidesz, si sono aggiunti alcuni voti della destra estrema, xenofoba ed antisemita, di Jobbik. Il primo ministro Viktor Orbán ottiene così un’altra vittoria assai significativa nella trasformazione del suo paese. Il leader di Fidesz, partito conservatore che in Europa aderisce al Ppe di Merkel e Barroso, si è sempre proposto come il salvatore della Nazione magiara, l’uomo capace di liberarla dal comunismo, aiutarla al ristabilimento dei valori tradizionali difendendo l’onore del paese.

Ieri, dopo passate riforme costituzionali che avevano sancito come  valori più importanti dell’Ungheria la fede, la famiglia e la patria, e limitato l’autonomia della banca centrale, la legge fondamentale magiara è stata ancora stravolta, allontanandola sempre di più dallo stato di diritto. La riforma approvata dal Parlamento di Budapest prevede infatti un sostanziale esautoramento della Corte costituzionale, che non potrà più controllare il merito delle norme approvate dal potere legislativo. Un’ulteriore ferita al potere giudiziario è inferta con il nuovo potere consesso al ministero della Giustizia magiara, che avrà la facoltà di spostare i processi. La libertà di espressione potrà essere limitata se ferirà una non meglio definita “dignità della nazione ungherese”. Gli studenti universitari saranno obbligati a lavorare in Ungheria se non avranno pagato le tasse. L’ulteriore vendetta di  Viktor Orbán contro la Corte costituzionale, l’unico potere che aveva tentato di fermare la sua presa del potere, si palesa anche nell’ancoraggio alla Carta fondamentale di leggi già bocciate dal massimo tribunale magiaro. I senza tetto che dormiranno per strada potranno finire in carcere, la propaganda elettorale in Tv potrà essere fermata a giudizio del governo, ed inoltre solo le coppie sposate e con figli potranno essere definite “famiglie”.

Le istituzioni europee hanno commentato con preoccupazione gli sviluppi ungheresi, ma finora non hanno fatto nulla, anche alla luce del legame politico tra il partito Fidesz di Viktor Orbán e la guida conservatrice di Bruxelles affiliata al Ppe.  Gli emendamenti alla Costituzione ungherese approvati oggi ”destano preoccupazione per il rispetto dello Stato di diritto, delle leggi Ue e degli standard del Consiglio d’Europa”, hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta il presidente della Commissione europea, Jose’ Barroso, e il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland. Le due istituzioni – si legge in una nota – condurranno un dettagliato esame degli emendamenti approvati oggi. Anche se sarebbe stato opportuno che questo potesse essere fatto prima del voto da parte del Parlamento ungherese. ”Ci attendiamo che le autorità ungheresi si impegnino a collaborare con le istituzioni europee al fine di discutere le preoccupazioni che gli emendamenti suscitano per quanto attiene alla loro compatibilitàcon i principi e le leggi europee”, hanno osservato Barroso e Jagland

Viktor Orbán

 

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