La paura di Formigoni per l’intervista di Carla Vites all’Infedele

sabato, 16 marzo 2013

La primavera del 2012 è stato l’inizio del periodo più difficile per Roberto Formigoni. L’allora governatore della Lombardia era stato coinvolto nei casi giudiziari che riguardavano la corruzione all’interno della Fondazione Maugeri, con gli arresti di due persone molto vicine a lui, Pierangelo Daccò e Antonio Simone. Da questa indagine trapelarono le prime indiscrezioni sullo stile di vita particolarmente lussuoso del presidente lombardo, che si sospetta sia stato finanziato dal consulente sanitario Daccò. Quando iniziò la tempesta mediatica, Formigoni voleva una mobilitazione massiccia di Comunione e Liberazione in sua difesa, come rivelano le intercettazioni telefoniche pubblicate oggi da “la Repubblica”.

L’allora presidente della Lombardia si era particolarmente impaurito per l’intervista di Carla Vites, moglie di Antonio Simone, all’Infedele, che potete rivedere in questo video.

La Vites aveva scritto una durissima lettera al “Corriere della Sera” criticando aspramente Formigoni per il suo stile di vita lussuoso. L’accusa partita dall’interno del movimento di CL aveva colpito il “Celeste”, che si era particolarmente agitato quando aveva saputo che la Vites si sarebbe fatta intervistare da Gad Lerner. ” Ma quando poco dopo si sparge la notizia che la consorte di Simone, in realtà, sarà ospite de l’Infedele di Gad Lerner, ai piani alti del Pirellone scatta il panico. Il 22 aprile, “Formigoni chiede a Piero se lui è amico di Carla, perché ha sentito che è stata invitata da Lerner”. La polizia giudiziaria annota che Piero conferma e “Formigoni dice di verificare in incognito e di fargli sapere”. Si mobilita anche il direttore di Tempi, Luigi Amicone, che alle 15 e 55 contatta Formigoni e gli conferma l’intervista, ma aggiunge di “non sapere cosa ha detto. Dice che l’ha accompagnata Perrone ma non ha presenziato ed è riuscito a convincerla a non andare in studio, ma a fare solo una registrazione”. Quando tre ore dopo Formigoni viene messo al corrente del contenuto delle dichiarazioni della signora Vites, è furibondo, e chiama una donna, Anna Maria M., probabilmente anche lei di Cl, e sbotta. “La tua amica pazza impazza  –  esordisce Formigoni  –  si è fatta intervistare da Lerner… voleva andare là, qualcuno in extremis è riuscito a convincerla a non andare, a farsi intervistare”. Avuta l’informazione, l’interlocutrice risponde sconsolata: “Oh, signur”. E allora Formigoni è categorico: “Comunque quella lì o la si ferma o la si abbatte, non è che ci siano alternative, eh?”.

Nelle intercettazioni pubblicate da “la Repubblica” emergono altri particolari sul grande nervosismo di Formigoni verso lo scarso appoggio di settori importanti di Comunione e Liberazione. Il cardinale di Milano Angelo Scola, l’arcivescovo della diocesi più grande del mondo che ha iniziato il suo percorso spirituale nel movimento fondato da don Giussani, viene accusato di dire “str…” per non aver difeso l’allora presidente della Lombardia, alla domanda rivoltagli da un giornalista se fosse un buon cristiano. “er tutti una presa di distanze che, al telefono, il governatore non perdona. “Formigoni si lamenta che il cardinale ha pensato solo a se stesso. Formigoni dice che lui gli amici li ha sempre difesi e cita la difesa fatta di Antonio Simone… Formigoni dice di essersela presa perché Scola ha dato il segnale di avere qualche dubbio su di lui. Poi i due si lamentano del fatto che il cardinale in pubblico prenda le distanze da Cl. Formigoni continua a lamentarsi che altri amici non lo hanno difeso”.

L’allora presidente della Lombardia ha ripetutamente cercato l’appoggio dei vertici del movimento da cui ha preso il via la sua carriera politica. Formigoni prima si fa difendere dal settimanale “Tempi”, diretto dal fedelissimo Luigi Amicone, per poi chiedere direttamente l’intervento del leader di Comunione e Liberazione, Julián Carrón.

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