Il “Corriere” e la sindrome dell’estremista immaginario

lunedì, 18 marzo 2013

Da un paio di giorni il “Corriere della Sera” ha inaugurato il suo ennesimo riposizionamento, dopo aver dovuto salutare l’ipotesi di Monti architrave del sistema, e anche quella del cardinale Angelo Scola trasferito a capo del Vaticano. Evidentemente le sponsorizzazioni di via Solferino di questi tempi non funzionano. Ma qui interessa segnalare la reazione seguita a un primo momento di sconcerto. Da due giorni il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli ha trovato una nuova parola d’ordine: l’allarme estremismo. Ieri un commento al curaro per etichettare Laura Boldrini come esponente di Sel giunta quindi alla presidenza della Camera nonostante l’esiguità dei suoi consensi nelle urne. Dimenticando non solo che la Boldrini è un’indipendente, e che Sel fa parte di una coalizione; ma che nel centrosinistra non esiste distinzione interna ai gruppi parlamentari. Oggi finalmente è Massimo Franco a indicare la linea, sotto il titolo inequivocabile “Una deriva estremista”. Parla niente meno che di “un leggero senso di vertigine per lo sbilanciamento a sinistra che i vertici del Parlamento certificano”. Avete capito bene? Una funzionaria delle Nazioni Unite e un alto magistrato fanno venire al “Corriere” le vertigini perchè troppo di sinistra. Invece Berlusconi che minaccia la piazza contro il futuro presidente della Repubblica, e che ha già fatto marciare le sue truppe sul Tribunale di Milano, lui non è estremista, vero? Al massimo da via Solferino riceverà un buffetto.

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