Nella Parma a 5 Stelle boom di tasse grazie all’Imu

martedì, 2 aprile 2013

A Parma la giunta del Movimento 5 Stelle ha scelto la via del rigore. L’austerità tanto deprecata a livello nazionale dal leader del M5S Beppe Grillo è la linea di governo di Federico Pizzarotti, il primo sindaco a 5 Stelle di una città capoluogo. Il “Sole 24 Ore” rimarca come “le entrate tributarie della città emiliana, saliranno quest’anno di 30 milioni di euro in un colpo solo. Un balzo all’insù di oltre il 20% rispetto al bilancio del 2012.” Il quotidiano di Confindustria sottolinea però come l’incremento dell’imposizione non sia episodico, ma una scelta di chiaro indirizzo politico visto che le entrate rimarranno tali fino al 2015. Pizzarotti nel suo primo anno di governo si è nettamente smarcato dalla retorica del MoVimento 5 Stelle, sopratutto del suo leader Grillo, che tuona contro l’austerità di Mario Monti e dell’Europa della Merkel.

Nei “20 punti per uscire dal buio” il M5S propone l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, ma è grazie a questa tassa che il Comune di Parma ottiene un vero e proprio boom di entrate. Più di un quarto del bilancio è infatti costituito dall’introito di questa imposta. Ancora più stridente rispetto al programma nazionale del M5S, paradosso nel paradosso secondo il “Sole”, è l’aliquota massima allo 0,6% scelta per l’Imu sulla prima casa. Anche l’aliquota prevista per l’Irpef, allo 0,8%, è piuttosto alta rispetto alla media degli enti locali. Il rigore di Pizzarotti si riflette anche nei significativi rialzi introdotti per le rette dei servizi offerti dal Comune. Le mense per l’infanzia hanno subito rincari del 30% rispetto all’anno scorso, quelle scolastiche invece del 10%. Il “Sole 24 Ore” rimarca come il bilancio di Federico Pizzarotti ” e della sua giunta grillina” sia tutto all’insegna della stretta fiscale e del rigore assoluto. Un bagno di realpolitik che capovolge completamente le promesse elettorali e sul piano nazionale contraddice molte delle idee forti del movimento. L’Imu, la tanto odiata tassa sulla prima casa, è il vero motore della giunta. Altro che abolirla, qui a Parma si spinge al massimo l’odiata tassa. Senza quegli 84 milioni di incasso verrebbe meno della metà delle entrate correnti ed il Comune vedrebbe aprirsi una voragine nei conti”.

La situazione finanziaria della città emiliana era catastrofica, con più di 800 milioni di indebitamento, frutto delle dissennate amministrazioni precedenti che hanno portato Parma sull’orlo del fallimento. Pizzarotti e la sua giunta però hanno dovuto fare di necessità virtù, abbandonando molte delle promesse lanciate in campagna elettorale. La contraddizione più evidente è l’inceneritore dei rifiuti, sul quale il M5S aveva impostato la sua battaglia locale, e da sempre uno dei temi più cavalcati da Beppe Grillo. L’impianto di combustione dei rifiuti urbani verrà costruito, ed il Comune dovrà pagare una sanzione di 20 milioni di euro se la magistratura darà ragione al ricorso della società appaltatrice, che ha chiesto un risarcimento danni contro l’immotivata sospensione dei lavori. Anche il teatro Regio, per Pizzarotti simbolo degli sprechi delle passate amministrazioni, non ha subito le riduzioni nei costi di gestione promesse in campagna elettorale. Al contrario, il Comune ha aumentato i suoi trasferimenti di 900 mila euro.

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