Nelle grandi città italiane è boom di occupazioni delle case

martedì, 9 aprile 2013

Nelle ultime settimane sono cresciute in modo significativo le occupazioni delle case. Roma è il centro di questa protesta, ma anche in altre città italiane sempre più persone si rivolgono ai movimenti di lotta per la casa per chiedere appoggio nella loro ricerca di un alloggio. Come hanno rimarcato le associazioni fautori di questa protesta, sabato 6 aprile “la sveglia è di nuovo suonata” nella capitale. Movimenti per il Diritto all’Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa hanno infatti preso possesso di nove palazzi non abitati, conquistando così lo spazio per dare alloggio a circa 3 mila persone. Lo “Tsunami” di occupazioni ha riguardato le case sfitte di Caltagirone a Ponte di Nona, e a Garbatella ex Asl dismessa. Come si legge nel comunicato pubblicato sul sito Dinamopress.it, è stato “colpito il patrimonio sfitto dell’Atac con due occupazioni sulla Tiburtina. A San Basilio occupato uno stabile di proprietà del fondo immobiliare del Banca Popolare di Milano, mentre in XI municipio occupati locali prima dell’assessorato alla Casa della Regione Lazio, ora sul mercato con un fondo immobiliare con sede a Lussemburgo. Sull’Appia lo stabile invaso da famiglie in emergenza abitativa è di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di Malta. In via Antonio Musa è nato lo studentato occupato Degage. Dopo le minacce di sgombero e il presidio di centinaia di persone l’occupazione continua. (leggi il comunicato). A CasalBertone gli studenti universitari di MushRoom Project occupano uno studentato vuoto (leggi il comunicato). A San Lorenzo nasce Communia, un magazzino che il Comune dove abiteranno studenti e precari.

La lotta romana è cresciuta di intensità nelle ultime settimane, e i movimenti hanno lanciato una proposta affinchè “gli enti locali acquistino a prezzo di costo le 51 mila case sfitte sul mercato per risolvere l’emergenza abitativa, si smetta di costruire e si recuperi il dismesso e l’invenduto”. Il rafforzamento della mobilitazione ha provocato finora un’occupazione di tredici edifici, comprendente quelli già citati, nella capitale.  La reazione delle autorità è stata molto netta, con il sindaco Alemanno che ha definito le occupazioni “azioni vergognose”. Il primo cittadino di Roma ha chiesto a prefetto e questore di procedere con lo sgombero degli edifici. Il nome della protesta, “Tsunami”, è una chiara allusione al tour elettorale di Beppe Grillo e del MoVimento 5 Stelle. Il M5S romano ha però preso le distanze dalle occupazioni. Il candidato a sindaco del MoVimento, Marcello De Vito, ha condannato questa iniziativa, rimarcando come “la strada dell’illegalità non risolve nemmeno in minima parte questa sacrosanta esigenza di chi non ha una casa e serve solo a far guadagnare un pugno di voti a chi specula sulle disgrazie di questi ultimi.”

Se Roma appare il cuore di questa protesta – oggi si è svolto un corteo sotto la Regione per chiedere lo stop agli sfratti – in altre città italiane si sta assistendo ad un simile fenomeno. A Firenze ci sono state nuove occupazioni di fondi e appartamenti sfitti per far fronte all’emergenza casa. L’annuncio è arrivato dal movimento di lotta per la casa, secondo cui al momento in città viene soddisfatto solo il 10% delle richieste di alloggi popolari presentate dalle famiglie. “Rioccuperemo presto, perché la situazione è al collasso” afferma Lorenzo Bargellini, uno degli esponenti del movimento.Secondo quanto spiegato da Bargellini a gonews.it, ogni mese dalle 10 alle 15 famiglie sotto sfratto si rivolgono al movimento di lotta per la casa per trovare una sistemazione: “Spesso si tratta di persone che guadagnano 700 o 800 euro al mese – dice Bargellini -. Non ce la fanno a pagare l’affitto ma si vedono rifiutare la domanda per ottenere una casa popolare perché risultano comunque titolari di un reddito”. A Torino si è invece svolto sabato scorso un corteo in solidarietà con i movimenti per la casa del capoluogo piemontese. In una nota lo Sportello diritto alla casa, che fa riferimento al centro sociale Gabrio, spiega: “A chi lotta e resiste non fanno timore gli escamotage di questura e tribunale che, per agire più indisturbati eseguono sfratti a sorpresa, che non fanno paura le forze dell’ordine che entrano in modo del tutto illegale nelle occupazioni, come è accaduto qualche mese fa in due delle occupazioni di quartiere, ma soprattutto che le occupazioni non si toccano, che il diritto alla casa dovrebbe essere garantito e che le amministrazioni locali dovrebbero finalmente misurarsi con il problema dell’abitare”

 

 

 

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