130%, il nuovo record negativo del debito pubblico italiano

giovedì, 11 aprile 2013

Il debito pubblico italiano raggiungerà nel 2013 un nuovo livello record, il 130%. Questo dato è stato confermato dal Documento di economia e finanza, Def, presentato ieri dal governo di Mario Monti. La recessione che si sta prolungherà, almeno, fino alla fine dell’anno porterà il nostro debito pubblico ad un ulteriore aumento; se nel 2012 si era toccato il record negativo del 126,1%, nel nel 2013 si arriverà al 130,4%. La crescita del debito pubblico è il valore più negativo riscontrabile nel Def presentato ieri dal presidente del Consiglio Monti e dal ministro dell’Economia Grilli. Se la nuova Imu, introdotta in via sperimentale e provvisoria per tre anni non sarà modificata, il debito pubblico dovrebbe scendere, sempre secondo le stime del governo, al 129% nel 2014 e al 125,5% nel 2015.Il ritorno sotto alla soglia del 120% dovrebbe verificarsi nel 2017, a cinque anni dal superamento di questo valore critico per il nostro paese, raggiunto per la prima volta nel secondo dopoguerra dopo la crisi valutaria del 1992 e la conseguente fuoriuscita dell’Italia dallo Sme.

La traiettoria del rapporto tra Pil ed indebitamento dello stato tornerà a diminuire quando l’economia riprenderà a crescere, ovvero nel 2014. Le stime della creazione della ricchezza nazionale sono “prudenziali”, secondo il ministro Grilli, che prevede per il prossimo quadriennio un aumento medio del Prodotto interno lordo pari all’1,3, 1,4%. Una crescita piuttosto flebile, che però potrebbe garantire una contrazione del nostro indebitamento grazie ai buoni saldi delle finanze pubbliche.Il rapporto deficit/PIL è stimato al 2,9% nel 2013, per arrivare all’1,8% nel 2014 e all’1,5% nel 2015. L’avanzo primario, ovvero la differenza tra entrate ed uscite della nostra amministrazione pubblica al netto dei tassi di interesse sul debito,  sarà al 2,4% del PIL nel 2013, al 3,8% nel 2014 e al 4,3% nel 2015. Il deficit strutturale, ossia al netto del ciclo economico e delle “una tantum”, è invece previsto pari a zero quest’anno, 0,4% nel 2014 e zero nel 2015 e 2016. Le stime del governo per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil e il “pareggio strutturale”, ovvero al netto del ciclo economico, permetteranno all’Italia di rispettare i vincoli europei.

Mario Monti ha ribadito che la messa in sicurezza dei conti pubblici è la vera eredità del governo dei tecnici, ed il presidente del Consiglio dimissionario ha sottolineato come occorra continuare nel rigore  e non cercare scorciatoie populiste. Come riportato dal “Corriere della Sera” di oggi, per Monti “il lavoro fatto nell’ultimo anno è un capitale in termini di credibilità, raggiunto a caro prezzo con sacrifici pesanti, ma ala credibilità la si può perdere rapidamente “. Il presidente del Consiglio auspica che il futuro governo si allinei alle politiche del  risanamento e del rigore. «No a inversioni di rotta e immissioni di denaro nell’economia per far fronte alla congiuntura, magari chiedendo più tempo all’Europa e restando in disavanzo eccessivo. Inutile illudersi, la maggior crescita che tutti vogliono per contrastare la disoccupazione e la chiusura delle aziende “deve arrivare dalle riforme strutturali mirate e forti per costruire nuove opportunità di sviluppo”. Le dichiarazioni di Monti sono state aspramente criticate da Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, perché nel Def non sono contenute molte voci indifferibili come il finanziamento della cassa integrazione in deroga, rinnovi contrattuali di Ferrovie e Poste, la conferma degli sgravi fiscali per le ristrutturazioni eco-sostenibili e la tutela degli esodati.  Sul “Fatto Quotidiano” Stefano Feltri sottolinea quanto l’attuale Imu sia centrale nell’equilibrio dei conti pubblici rivendicato da Monti. Se tornasse la vecchia imposizione sulla casa in vigore prima del decreto Salva Italia, mancherebbero infatti circa 15 miliardi di gettito fiscale che andrebbero recuperati in altro modo, un potenziale “buco” che non permetterebbe di centrare gli obiettivi di bilancio imposti dalla Ue.

 

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