Il nuovo partito anti euro della Germania

lunedì, 15 aprile 2013

Ieri a Berlino si è svolto ufficialmente il primo congresso di Alternativa per la Germania, la nuova formazione politica fondata da un gruppo di economisti, accademici ed intellettuali di ispirazione conservatrice. AfD, l’acronimo del partito, è il primo partito tedesco ad avere come primo punto programmatico l’addio all’euro ed il ritorno all’amato marco. Il populismo contro la moneta unica tocca una corda profonda anche nell’opinione pubblica tedesca, tanto che alcuni sondaggi condotti sull’elettorato potenziale della formazione hanno rilevato un possibile consenso pari a circa un quarto della popolazione. Un dato molto significativo, anche se va rimarcato il carattere potenziale, ovvero di interesse, e non di chiara indicazione di una preferenza politica.

Alternativa per la Germania ha ribadito ieri la sua intenzione di presentarsi alle prossime federali tedesche, che si svolgeranno il 22 settembre 2013, con l’obiettivo di perseguire un’ordinata dissoluzione dell’unione monetaria. Bernd Lucke, l’economista iscritto per 33 anni alla Cdu della Merkel e nuovo presidente di AfD, ha sottolineato come la Germania non abbia bisogno dell’euro, mentre la moneta unica danneggi numerosi paesi. ” Se l’euro fallirà, non fallisce l’Europa. La Ue si sta disgregando per colpa dell’unione monetaria, che la divide in un Sud sempre più impoverito ed un Nord con un’economia solida e competitiva.” In questo modo rinascono antichi risentimenti anti tedeschi, e sotto questa prospettiva la rottura dell’eurozona potrebbe mitigare le tensioni all’interno dell’Ue, invece che accrescerle come sta facendo la crisi dei debiti sovrani.

Alternativa per la Germania è un partito dalla chiara impostazione conservatrice, che però ha cercato, sin dai suoi primi vagiti, di smarcarsi dal fronte populista o dal radicalismo di destra che viene condannato dalla grande maggioranza dell’opinione pubblica tedesca. AfD è stata comunque attaccata da tutti i partiti, “borghesi” come viene definito il centrodestra in Germania oppure progressisti,  perché l’impopolarità dell’euro rischia di modificare i consolidati legami elettorali tra cittadini e formazioni politiche. In Germania i tre principali partiti del Bundestag, Cdu, Spd e Fdp, sono formazioni nate nel secondo dopoguerra, e solo a sinistra, con i Verdi prima e la Linke poi, sono nati nuovi movimenti che hanno parzialmente modificato il bipolarismo tedesco, incardinato sulla competizione tra i conservatori democristiani ed i socialdemocratici.

Alternativa per la Germania è un’ombra che si staglia sulla rielezione della Merkel, sopratutto sulla conferma della maggioranza liberalconservatrice che la sostiene dal 2009. La frustrazione per l’infinita crisi dell’euro, che obbliga il Nord a continui salvataggi del Sud “spendaccione”, ha provocato anche in Germania un sentimento di distacco dal progetto comunitario, particolarmente acuto nell’elettorato conservatore. La minaccia della protesta anti euro colpisce però anche la sinistra, come rimarca il principale quotidiano finanziario del paese, Handelsblatt. In questo momento il populismo anti moneta unica è un tema molto più sentito della giustizia sociale, come evidenziato dall’enorme attenzione mediatica del congresso di Alternativa per la Germania, che ha decisamente oscurato quello della Spd, svoltosi ieri a Norimberga. Negli ultimi anni le formazioni politiche che hanno tuonato contro l’attuale politica salva euro hanno quasi sempre ottenuto brillanti risultati elettorali: da Syriza e i neonazisti di Alba Dorata in Grecia, a Marine Le Pen in Francia, fino al MoVimento 5 Stelle in Italia. Alternativa per la Germania sarà la cartina di tornasole per capire che anche il paese leader della Ue si è ormai stancato del progetto europeo.

 

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