Fmi: la recessione dell’Italia peggiora ancora

martedì, 16 aprile 2013

La paralisi istituzionale dell’Italia è un fattore di rischio per la crescita globale. Questa valutazione proviene dal Fondo monetario internazionale secondo cui, “nel breve termine”, i rischi che pesano sull’economia mondiale “sono principalmente collegati agli sviluppi nell’area dell’euro, comprese l’incertezza sulla ricaduta degli eventi di Cipro e la situazione politica in Italia, cosi’ come la vulnerabilità dei paesi periferici”.  L’aggiornamento primaverile del World Economic Outlook rileva un mondo ancora diviso tra paesi emergenti che crescono a buon ritmo e nazioni industrializzati ancora incapaci di ritrovare il passo degli anni scorsi a causa della mole di debito, pubblico e privato, che schiaccia le loro economie. La massa debitoria ha fermato il suo incremento, ma  è ancora molto alta, e il capo economista del Fmi Olivier Blanchard ha sottolineato quanto sia pericolosa una crescita disuguale all’interno dell’economia globale.

Per quanto riguarda le stime sul nostro paese il Fmi valuta che il Pil  si contrarrà dell’1,5% quest’anno per poi crescere dello 0,5% il prossimo. La previsione del Fondo  taglia dello 0,4% le stime per il 2013  rispetto a gennaio e lascia invariate quelle per il 2014. Il rapporto di primavera dei tecnici di Washington conferma comunque che, nonostante le difficoltà, la ripresa potrebbe davvero arrivare nella seconda metà di quest’anno. Il dato quarto trimestre su quarto trimestre stima infatti un’espansione dello 0,4% nel 2013 e dell’1% nel 2014. Un simile andamento della ricchezza nazionale è incapace di stimolare occupazione, e secondo i calcoli del Fmi il tasso dei senza lavoro dovrebbe aumentare al 12% quest’anno e salire ancora al 12,4% il prossimo.

Tra i grandi paesi europei solo la Spagna farà peggio dell’Italia, con un Pil previsto in caduta dell’1,6% quest’anno e in risalita dello 0,7% il prossimo. Il tasso di disoccupazione dovrebbe salire prima al 27% nel 2013, per poi calare al 26,5%, un dato sempre altissimo, visto che significa che più di un quarto della popolazione in cerca di lavoro, quindi escludendo chi non lo fa più, è senza occupazione.   In Europa sara’ in recessione nel 2013 anche la Francia, il cui prodotto e’ previsto scendere dello 0,1% nel 2013 per poi espandersi dello 0,9% nel 2014., ma con disoccupazione in aumento dall’11,2 all’11,6%. In difficolta’ anche la Germania, con un Pil in crescita di appena lo 0,6% quest’anno prima di accelerare all’1,5% il prossimo, ma con tasso senza lavoro in calo dal 5,7 al 5,6%. Nella media di Eurolandia, il Pil calera’ dello 0,3% quest’anno prima di tornare a espandersi dell’1,1% il prossimo.

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