Dalla velocità con cui si stanno schierando sia i leader del Pd (Fassino, Speranza, Franceschini) che gli esponenti della destra (Bondi, Tosi, Meloni) si profila come sempre più probabile l’incarico a Matteo Renzi per formare un governo politico di unità nazionale. Certo la sua designazione non corrisponde al percorso da lui stesso raccomandato -mai a Palazzo Chigi senza primarie- ma l’uomo è veloce nel cogliere l’attimo; e oggi sono in molti a trovare conveniente che vada avanti lui, magari anche solo per bruciarlo, a cercare di coprire con la sua indubbia popolarità un’operazione ad altissimo rischio.
Il passaggio preliminare è una sorta di Midas del Partito democratico: cioè un passaggio di leadership alla generazione più giovane, condito di elementi di trasformismo e cinismo ragguardevoli come avvenne nel 1976 intorno alla figura di Bettino Craxi. Ma a questo punto si tratta solo di un dettaglio.