La Grecia licenzia migliaia di dipendenti pubblici

lunedì, 29 aprile 2013

La Grecia ha approvato nuove misure di austerità al fine di ricevere i crediti internazionali elargiti dalla Troika. Il Parlamento di Atene ha previsto per la prima volta nella storia recente un significativo numero di licenziamenti dei dipendenti pubblici. Entro il 2014 saranno cancellati quindici mila posti di lavoro statali, un provvedimento esplicitamente richiesto dalla Commissione Ue, dalla Bce e dal Fmi al fine di rispettare i programmi di consolidamento fiscale che proseguono ormai dal 2010. Già nel 2013 saranno licenziati quattro mila dipendenti pubblici. Da più di un secolo i lavoratori statali erano protetti da normative che li proteggevano dalla perdita dell’occupazione, ma alla luce dell’alto debito pubblico ellenico la Troika è stata inflessibile sul punto, imponendo al governo Samaras una riduzione dei dipendenti pubblici.Siccome la tutela degli statali è inserita nella Costituzione dal 1911, la nuova legge la elude cancellando i posti di lavoro nelle agenzie che dovranno essere fuse o eliminate.

La nuova manovra di rigore prevede inoltre nuovi aumenti delle tasse, un incremento dell’orario del lavoro degli insegnati delle scuole statali, così come la liberalizzazione di alcuni servizi. Il pacchetto di misure è stato approvato in una procedura molto celere, perché il governo Samaras si era impegnato alla sua introduzione prima dell’odierna riunione dell’eurogruppo. I ministri delle Finanze dell’unione monetaria dovranno ora dare il via libera agli 8,8 miliardi di euro di crediti che servono ad Atene per evitare il default, concordati in passato con la Troika. Alla Grecia devono ancora essere erogati 2,8 miliardi di euro dal Fondo europeo Efsf, quota rimanente della precedente revisione, e dei 6 miliardi di euro quota del primo trimestre del 2013. Il ministro delle Finaze Ioannis Stournaras ha definito assolutamente necessaria l’approvazione di queste misure, al fine di ottenere i crediti internazionali che servono al paese per sostenersi vista la sua impossibilità di ricorrere ai mercati finanziari.

Il Parlamento di Atene ha approvato le misure di austerità con 168 voti favorevoli e 133 contrari. Il maggior partito di opposizione, Syriza, ha parlato di una “dittatura del Memorandum della Troika”, annunciando nuove mobilitazioni di protesta. Anche i sindacati dei lavoratori pubblici proseguiranno le loro manifestazioni contro i licenziamenti. I creditori dell’eurogruppo si erano già dichiarati soddisfatti delle misure concordate dal governo greco con la Troika a metà aprile, provvedimenti poi ripresi nella legge approvata ieri. La Grecia è ormai da tre anni soggetta ad un programma di assistenza internazionale dopo la sua fuoriuscita dai mercati dei capitali, causata dallo scoppio del suo debito pubblico, e dall’insostenibilità dei rendimenti necessari ad ottenere crediti dagli operatori finanziari.

 

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