I giornali tedeschi bocciano Letta “lo spendaccione”

mercoledì, 1 maggio 2013

Appena ricevuta la fiducia del Parlamento Enrico Letta è volato subito a Berlino, dove ha incontrato la cancelleria Angela Merkel. Il colloquio tra i due capi di governo della prima e terza economia dell’eurozona si è svolto secondo i classici canoni della diplomazia, con gli auguri di Frau Merkel verso il nuovo collega italiano, e l’impegno alla massima collaborazione con Berlino ribadito da Enrico Letta. Dal punto di vista politico però il presidente del Consiglio italiano non ha ottenuto neppure uno spiraglio verso l’apertura che cercava nella leader de facto dell’Unione europea. Letta punta ad un allentamento del vincolo del deficit al fine di stimolare l’economia in una fase di recessione così dura, ma la Germania, come ieri la Commissione, ha ribadito come i criteri di convergenza dell’unione monetaria debbano essere rispettati.

Nelle prossime settimane il nostro governo riaprirà le trattative con la Commissione, al fine di ottenere alcuni sconti sul calcolo del nostro deficit, in primis lo scorporo della cosiddetta “golden rule”.Il sì della Ue a questa nuova metrica che esclude una serie di investimenti pubblici dal calcolo complessivo dell’indebitamento non è affatto scontato, ma il corso del governo italiano è stato subito bocciato dalla grande stampa tedesca, in particolare i quotidiani conservatori più vicini ad Angela Merkel. Il più duro è sicuramente Die Welt, che dedica un ritratto al curato del nuovo presidente del Consiglio, definito “un altro italiano che non vuole risparmiare, come Silvio Berlusconi e Mario Monti” sin dal titolo. Il quotidiano nazionale del più grande gruppo editoriale tedesco, Axel Springer AG, la casa fondatrice di Bild Zeitung, descrive l’inquietudine costante della cancelliera verso il nostro paese. Die Welt rimarca come la Merkel abbia subito chiarito, poco diplomaticamente, che il rigore non sia in contrapposizione con la crescita.

I toni sono meno duri ma anche su altri quotidiani si legge scetticismo sulla posizione assunta dal nostro presidente del Consiglio. Il marziale “di sola austerità si muore” esclamato da Letta durante il discorso di presentazione del programma di governo viene relativizzato dalla versione tedesca del Wall Street Journal. Il quotidiano finanziario rimarca i timori di Berlino per la nascita di un fronte socialdemocratico in Europa che chieda un allentamento del rigore, spinto dalla Francia di Hollande, sempre più in difficoltà, e dal governo italiano guidato da un esponente del centrosinistra, e sostenuto dal populismo di Berlusconi.  L’inquietudine verso il Cavaliere è ancora molto diffusa, e praticamente tutti i maggiori media tedeschi hanno sottolineato il ruolo centrale del leader del Pdl nel nuovo governo.

Anche Süddeutsche Zeitung, quotidiano di simpatie progressiste, evidenzia come “Letta abbia portato alla cancelleria di Berlino il populismo anti austerità diventato ora mainstream”, citando un’analisi del Financial Times sull’enorme fatica da rigore che frustra le popolazioni dei paesi in eurocrisi. SZ, così come Die Welt, evidenzia che il precedente governo italiano guidato da Silvio Berlusconi era caduto proprio per la sua opposizione a realizzare riforme significative di risparmio, un’ostilità alla politica della Merkel che l’aveva portato all’isolamento, prima in Europa e poi anche in patria. Dopo un anno e mezzo di recessione il clima è mutato, ma nella Germania che si appresta a rinnovare il Bundestag – le elezioni federali saranno il 22 settembre – l’idea di un allentamento dell’austerità viene tradotta in uno spostamento dei debiti dal Sud in crisi al Nord ancora solido economicamente. Una proposta assolutamente impopolare nell’elettorato tedesco, che si sente rappresentato dall’intransigenza di Angela Merkel su questo punto. Anche per questo, è assai difficile pensare che ci saranno sconti particolari verso il nostro governo, prima del 22 settembre, e probabilmente pure dopo.

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