Letta come Monti: il governo del “portate pazienza”

domenica, 5 maggio 2013

L’unica consolazione è sapere che a Palazzo Chigi siede una persona perbene, rispettabile e competente. Ma niente più di questo. L’intervista di Enrico Letta a “Che tempo che fa” è stato un continuo ribadire che il governo ha le mani legate e non potrà osare scelte di cambiamento incisive perchè soggetto ai veti reciproci dei partiti che lo compongono. Cambierà la tassazione della casa, per adeguarsi al diktat numero uno di Berlusconi, il quale potrà fingere di aver mantenuto la promessa anche se l’Imu rispuntasse presentata in altra veste. Richiesta di proroga all’Europa -coè non contabilizzare a debito alcuni sforamenti di bilancio necessari per finanziare cassa integrazione e mancato aumento dell’Iva- confidando che su questo saranno d’accordo tutti i partiti, di governo e d’opposizione. Sulla cittadinanza agli stranieri nati in Italia, rinvio al Parlamento. Sull’abrogazione del Porcellum in via preliminare, lo stesso vago allargarsi delle braccia. Temo che il governo Letta vivrà, finché vivrà, di deroghe e un po’ di cosmetica in materia di finanziamenti ai partiti. Poca roba, somigliante più a un Monti-bis che a un governo di cambiamento.

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