Roberto Azevedo è il nuovo direttore del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio che unisce 159 stati. Il rappresentante del Brasile nel Wto si è imposto al termine di una dura battaglia diplomatica sull’ex ministro del Commercio del Messico, Herminio Blanco. Azevedo era osteggiato dal blocco dei paesi industrializzati, guidati da Stati Uniti ed Unione europea, che in passato si erano scontrati con il diplomatico brasiliano, molto determinato nel difendere gli interessi nazionali nelle “guerre commerciali” che si scatenano all’intero del Wto. Blanco era considerato un alleato dei paesi più ricchi del mondo, ma il nuovo potere dei Brisc, l’intesa dei paesi emergenti formata dallo stesso Brasile, Russia, India, Sudafrica e Cina, ha ridefinito gli equilibri in seno all’Organizzazione mondiale del commercio.
Roberto Azevedo è un diplomatico di lungo corso, che è arrivato al Wto come rappresentante del Brasile nel 2008,e da allora si è costruita una fama di creatore di consenso, anche se come ricordato prima particolarmente determinato nella difesa degli interessi del suo paese. La sua nomina a direttore generale dell’organizzazione simbolo della globalizzazione definisce una nuova epoca. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 1995, l’organizzazione erede del sistema del GATT, gli accordi mondiali sul libero commercio, è stata prevalentemente guidata da europei: il suo primo direttore è stato Renato Ruggiero, ex ministro degli Esteri del nostro paese, l’uscente invece è Pascal Lamy, socialista francese che ha guidato il Wto negli ultimi 8 anni. L’esclusione dagli europei dal vertice dell’Organizzazione mondiale del commercio evidenzia come la diarchia Usa-Ue all’interno degli organismi internazionali economici, come Fmi e Banca mondiale, non sia più corrispondente agli equilibri di potere ridefinitesi con l’ascesa dei paesi emergenti e la crisi delle nazioni industrializzate. In questo momento la quota del commercio mondiale di quello che una volta si chiamava “Terzo mondo” è superiore al 50%. Nel 2013 il loro export supererà il 5%, mentre quello dei paesi industrializzati aumenterà del 1,5%.
Il compito che spetta ad Azevedo è sicuramente molto difficile. Il Wto procede solo per consenso, e dal 2001 ad oggi il cosiddetto Doha Round, il nuovo ciclo di accordi per promuovere la liberalizzazione del commercio mondiale, è in fase di stallo. Gli interessi divergenti tra i vari stati prima dello scoppio della crisi, ed il ritorno di misure protezionistiche adottate per mitigare gli effetti della recessione all’interno dei confini nazionali, hanno completamente paralizzato il Doha Round, come ha ammesso lo stesso Azevedo in una recente intervista. A dicembre a Bali ci sarà un nuovo vertice tra tutti i paesi membri del Wto per provare a ravviare un processo di liberalizzazioni.