Rodotà: sullo sgombero del Teatro Valle il candidato del M5S usa un linguaggio da ventennio

venerdì, 10 maggio 2013

In questi giorni al Teatro Valle di Roma, edificio occupato da due anni dopo che aveva cessato le sue attività, è partita la “Costituente per i Beni Comuni” guidata dal professor Stefano Rodotà. Sull’occupazione del “Valle”, teatro che in questi due anni ha avuto un’intensa attività grazie all’autogestione, si è verificata la prima frattura, simbolica, tra lo stesso Rodotà ed il MoVimento 5 Stelle. Come riportano sia “La Stampa” che “Il Manifesto”, l’ex presidente del Pds ha pesantemente criticato un passaggio dell’intervista di Marcello De Vito, il candidato sindaco di Roma del M5S, concessa nei giorni scorsi a “Micromega”. De Vito si è infatti impegnato a riportare la legalità al Teatro Valle, intendendo di essere favorevole ad uno sgombero dell’edificio occupato. Una presa di posizione mai assunta neppure dal sindaco del Pdl Gianni Alemanno. Negli ultimi due anni, come sottolinea La Stampa, “il  teatro è rivitalizzato anziché privatizzato con oltre 500 serate e 2000 artisti italiani internazionali, 1800 ore di formazione professionale, 850 volontari, decine di laboratori pubblici, 170 mila euro raccolti per creare una fondazione.

Il modello Valle, dove è centrale il paradigma del Bene Comune, non solo non è condivido da De Vito, ma ne viene sostanzialmente liquidato in nome del rispetto della legalità. Rodotà ha dichiarato, riferendosi a De Vito, che “questo non ha capito proprio nulla,perché non riconosce la necessità di pratiche sociali per i beni comuni e tratta questioni così delicate come un affare di ordine pubblico, da governare con la polizia”. In riferimento allo sgombero evocato da Marcello De Vito, la presa di posizione di Rodotà è stata ancora più netta, parlando di un linguaggio da ventennio fascista, ricordando la ” cacciata di massa vissuta molti anni fa, quando deportarono le persone in periferia per fare posto alla via dell’Impero, oggi via dei Fori Imperiali”.

La dichiarazione di Rodotà è rilevante, soprattutto perché il prestigioso giurista è diventato uno dei simboli del MoVimento 5 Stelle dopo la sua candidatura al Quirinale. Lo stesso Rodotà, in un’intervista al “Manifesto”, non ritratta le sue aspre critiche a De Vito, ma evidenzia le contraddizioni del candidato sindaco con lo stesso M5S: ” Mi sembra infelice, è ispirata ad un’aggressività che non ha ragione d’essere, ancor più se confrontata con la reale esperienza del Valle che tutto mi sembra tranne che aggressiva. È più che altro il segno del personaggio che l’ha pronunciata. Altri candidati a sindaco di Roma come Ignazio Marino oppure Sandro Medici hanno ben altra considerazione di questa esperienza. Del resto, l’uscita di De Vito mi sembra in contraddizione anche con quello che i gruppi parlamentari del movimento 5 stelle sostengono nel comunicato redatto dopo l’incontro che abbiamo avuto alla camera mercoledì, dove si afferma l’impegno di questo movimento a proseguire il lavoro politico nella piena attuazione della Costituzione e dei beni comuni. È un lavoro da fare, ci possono essere delle imprecisioni, mal’impegno va in questa direzione”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.