La tragedia dell’Uomo Indebitato: riflessioni sul rogo di Vittoria

martedì, 14 maggio 2013

La vicenda del muratore pensionato Giovanni Guarascio, 64 anni, che dandosi fuoco a Vittoria, in provincia di Ragusa, ha coinvolto nelle fiamme anche la moglie e due agenti di polizia -tutti feriti gravemente, mentre la figlia se l’è cavata con lievi ustioni- è l’ennesimo segnale di una disperazione sociale che ha superato il livello di guardia. Guarascio intendeva protestare con questo gesto autolesionistico per la messa all’asta della sua abitazione (per 26 mila euro) a seguito di un suo debito non onorato di diecimila euro, del quale la banca esigeva restituzione.
Si moltiplicano gli episodi in cui il disagio sociale tracima in episodi di follia, e diventa sempre più difficile stabilire un confine fra malattia psichiatrica e protesta disperata. Ma il denominatore comune, di natura esistenziale, è la figura ormai diffusissima dell’Uomo Indebitato. Forse dobbiamo considerare l’Uomo Indebitato come una nuova figura sociale prodotta dalle dinamiche di una crisi che si manifesta esasperando il giogo del debito: nei confronti delle nazioni, delle imprese e dei singoli individui. L’Uomo Indebitato è il proletario del nostro tempo contemporaneo? Vi consiglio la lettura di “La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista” (Derive/Approdi editore).

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