Settimo calo consecutivo del Pil, nuovo record negativo

mercoledì, 15 maggio 2013

Il Prodotto interno lordo italiano si è contratto dello 0,5% nel primo trimestre del 2013. E’ la rilevazione di Istat, che smentisce già come troppo ottimistiche le previsioni del governo. Sia Monti che ora Letta avevano infatti previsto nel 2013 una contrazione economica dell’1,3%, ma già ora Istat stima che non sarò inferiore all’1,5%. L’istituto di statistica ha inoltre evidenziato un altro dato negativo: nelle rilevazioni storiche, iniziate nel 1990, non era mai stato registrato un calo del Pil in sette trimestri consecutivi. L’economia italiana sta conoscendo una lunghissima recessione, iniziata ormai da quasi due anni, e delle quale ancora non si vede la fine. Una nota positiva arriva dal fatto che la contrazione appare essersi mitigata  il calo trimestrale si attenua rispetto all’ultimo trimestre 2012 (-0,9%). Meno forte anche il calo rispetto all’anno precedente (-2,3%) contro il -2,8%.

Il calo congiunturale del Prodotto interno lordo nel primo trimestre 2013 è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura. La flessione dell’economia italiana corrisponde ad un calo anche nell’eurozona, che si è contratta dello 0,2% nel primo trimestre del 2013, per il quarto trimestre consecutivo. La Francia è entrata tecnicamente in recessione, visto che dopo il segno dell’ultimo trimestre del 2012 anche il 2013 è iniziato con un Pil negativo. Anche la Germania ha frenato, crescendo di solo 0,1%, mentre nell’Unione europea solo la Gran Bretagna, oltre a Berlino, ha registrato un trimestre positivo, per quanto l’incremento del Pil sia stato assai debole, 0,3%.  I Paesi che hanno chiuso il primo trimestre con il segno meno rispetto ai tre mesi precedenti, secondo i dati finora disponibili, sono: Cipro (-1,3), Repubblica ceca (-0,8), Italia e Spagna (-0,5), Portogallo (-0,3), Francia (-0,2), Olanda e Finlandia (-0,1).

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