La Fiat va a Londra per pagare meno tasse

mercoledì, 22 maggio 2013

La nuova compagnia che nascerà dalla fusione di Fiat Industrial, la società del gruppo di Torino che produce macchine industriali, agricole, autobus e motori industriali, con l’olandese Cnh, sarà quotata a Wall Street, e la sua sede fiscale dovrebbe essere collocata a Londra. Grazie a questa scelta, la Fiat potrebbe risparmiare una quota significativa delle tasse che la sua società ha pagato in Italia – l’anno scorso oltre 500 milioni di euro – con una corrispettiva perdita piuttosto ingente per il nostro erario. Come informa l’Ansa,  “Fiat Industrial ha depositato presso la Sec, l’organismo di vigilanza sulla Borsa di New York, il prospetto preliminare per la quotazione a Wall Street della Fi Cbm Holdings Nv, la societa’ olandese in cui sono destinate a fondersi Fiat Industrial e Cnh. La fusione e’ stata approvata dai consigli di amministrazione di Fiat Industrial e Cnh lo scorso febbraio. E’ probabile che le assemblee straordinarie vengano convocate entro fine giugno.”

Il Fatto Quotidiano oggi evidenzia i cospicui vantaggi fiscali che un simile trasferimento produrrebbe per i conti della nuova società guidata da Exor, l’holding della famiglia Agnelli-Elkann, che avrà oltre il 40% delle azioni di Fi Cbm Holdings Nv.  Nel prospetto all’autorità della Borsa statunitense, infatti, si precisa che “non c’è garanzia sulla decisione finale relativa alla domiciliazione fiscale” e si spiega che “se Fi Cbm dovesse essere trattata come un soggetto fiscale residente in Italia, pagherebbe le tasse in Italia sul suo reddito mondiale complessivo e sarebbe soggetta ad altri oneri e/o obblighi di reporting, che potrebbero portare costi addizionali”. In altre parole, la stessa Fiat riconosce come la sua nuova società, da un business altamente internazionalizzato, sarebbe troppo penalizzata dalla tassazione italiana, sopratutto considerando la possibilità di spostare la sede fiscale a Londra. In Gran Bretagna infatti si paga una delle “corporate tax”, l’imposta sulle imprese, più basse all’interno dell’Ue e dei paesi Ocse. Al momento l’aliquota si trova al 24%, ma è destinata a scendere al 22%. Solo Turchia, Russia ed Arabia Saudita, all’interno del G20, fanno pagare meno tasse alle società.

In Italia invece esiste un’imposizione sulle imprese significativamente superiore. Oltre al 27,5% di aliquota Ires, le aziende pagano anche il 3,9% di Irap. L’anno scorso Fiat Industrial, su un fatturato superiore ai 25 miliardi di euro, ha avuto un utile netto, prima delle imposte, di 1 miliardi e 485 milioni su cui ha pagato 564 milioni di tasse. Una simile perdita rappresenterebbe una contrazione significativa per le entrate del nostro paese, come evidenzia l’attuale vicenda dell’aumento dell’Iva, con il governo incapace di trovare 2 miliardi di euro per impedire questo incremento. Il segretario della Fiom Maurizio Landini ha protestato contro il trasferimento della sede fiscale della nuova società in Gran Bretagna, soffermandosi sul continuo processo di spostamento all’estero delle attività nevralgiche, in primis quelle finanziarie,del gruppo. Anche il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi ha commentato la notizia, rimarcando la perdita di gettito fiscale che una simile scelta implicherebbe. ” Nel dialogo con Fiat  il governo saprà non solo dialogare ma farà riflettere Fiat sul fatto che è ed è stata l’impresa italiana per eccellenza, con oneri e onori. E tante risorse dello Stato sono state messe per Fiat che è un fiore all’occhiello”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.