Brescia: la Leonessa d’Italia si mangia leghisti e ciellini

martedì, 28 maggio 2013

Se il disastro romano di Alemanno era già arcinoto prima che il voto di ieri lo certificasse, più significativo è il sommovimento rivalato dagli elettori nel Nord Italia. In particolare a Brescia l’insuccesso del sindaco uscente Paroli, ciellino lui stesso e sostenuto dall’asse forzaleghista che con Maroni ancora regge a livello di regione Lombardia, conferma la disgregazione in atto nel dopo Formigoni. Qui davvero la destra paga l’incapacità di liberarsi dei suoi vari Berlusconi, Bossi, Formigoni, Maroni e si apre un vuoto di rappresentanza. Situazione identica in forma esasperata a Treviso, la città del governatore Zaia, dove il leghismo si rivela così retrivo da affidarsi 19 anni dopo sempre allo stesso uomo, il razzista Gentilini, ormai vecchio di 84 anni. Si conferma che il Nord può essere motore del cambiamento italiano perchè i suoi vecchi blocchi di potere sono in via di scongelamento.

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