Ce ne fossero tanti, nel Pd, come Roberto Giachetti!

giovedì, 30 maggio 2013

Chapeau, giù il cappello davanti a Roberto Giachetti che dopo lo sciopero della fame della scorsa legislatura ieri ha portato a fondo la sua iniziativa politica contro il Porcellum. Dimostrando quello che il Pd avrebbe potuto fare se solo l’avesse voluto, anzichè sentirsi prigioniero di un Pdl che usa la legge elettorale vigente come una pistola puntata: se decidiamo di far cadere il governo, in qualsiasi momento, si tornerà a votare per la quarta volta un parlamento di nominati dall’alto.
Ciò che è avvenuto ieri alla Camera, e cioè Letta e Franceschini che raccomandavano ai deputati democratici di contraddire la propria finalità dichiarata -cioè il ripristino immediato del sistema elettorale precedente, il Mattarellum- rientra nel congelamento oligarchico della dialettica politica che finirà per avere effetti nefasti anche su chi subisce il ricatto. In pratica il Pdl pretende che si avvii una riforma costituzionale senza nessuna “clausola di dissolvenza”, cioè senza modifiche preventive della legge elettorale. Come dire che se s’interrompe quel percorso di riforma costituzionale per dissensi insanabili fra gli alleati di governo, si torna al voto col vecchio metodo o, peggio ancora, con minuscole modifiche tese a perpetuare l’ineluttabilità del governo di larghe intese. Questo è il punto: ieri Letta ha imposto con la forza al Pd di votare il prolungamento dell’alleanza col Pdl almeno per altri 18 mesi (contati da settembre, tanto per aggiungersi un po’ di vita ulteriore), ma in una logica consensuale che ne lascia prevedere la proroga indefinita.
Ce ne fossero tanti di parlamentari liberi come Roberto Giachetti, impegnati a rispettare la vocazione democratica di un sistema dell’alternanza fondato su collegi territoriali con regole maggioritarie. Quel che il Pd aveva promesso di fare di fronte agli elettori. Come al solito beffati. Lasciandoci il legittimo sospetto (per la verità Arturo Parisi lo adombra da tempo) che il Porcellum piaccia moltissimo anche ai capicorrente del Pd, cui non sembra vero di poter designare in anticipo i futuri eletti, magari completando il guaio con primarie frettolose e riservate alla seconde file.

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