Byoblu: l’attentato di Preiti un messaggio della ‘ndrangheta contro il M5S

mercoledì, 12 giugno 2013

L’attentato di Luigi Preiti, il disoccupato calabrese che ha ferito due carabinieri sparando loro nei pressi di Palazzi Chigi nel giorno del giuramento del governo Letta, sarebbe stato ordinato dalla ‘ndrangheta per colpire il Movimento 5 Stelle. E’ la tesi esposta dal sito di Claudio Messora, Byoblu, l’attuale portavoce del gruppo del M5S al Senato. Ecco come Messora ha lanciato il pezzo del suo sito, scritto dal collaboratore Valerio Valentini, sul suo profilo Twitter

 

L’articolo pubblicato su Byoblu è una lunga intervista a Luigi Bonaventura, ex ‘ndranghetista di spicco, reggente del clan Vrenna-Bonaventura di Crotone, che dal 2006 è diventato un collaboratore di giustizia. Tutto il dialogo con Bonaventura verte sulle stranezze dell’attentato di Luigi Preiti, e sulle “tracce” della ‘ndrangheta in questa vicenda. Secondo Bonaventura la mano della criminalità organizzata si riconoscerebbe dalla stessa località di provenienza dell’attentatore, Rosarno, così come il fatto che abbia lasciato la macchina alla stazione di Gioia Tauro, per farsi volutamente riprendere dalle telecamere. La pistola usata da Preiti sarebbe un ulteriore indizio, visto che la ‘ndrangheta utilizza spesso il modello di Beretta con cui ha sparato l’attentatore di Palazzo Chigi.

Gran parte dell’intervista è dedicata ad altre presunte stranezze della vicenda, come la notte passata in albergo da Preiti, la sua grande precisione nello sparo, anche questa molto ipotizzata da Bonaventura, o la scheda Sim del suo cellulare intestata ad un’altra persona. Nella parte finale il collaboratore di giustizia invece prova a delineare la strategia della ‘ndrangheta. “un messaggio è arrivato chiaro: il fatto che Preiti, subito dopo esser stato immobilizzato, ha dichiarato che aveva intenzione di far fuori un uomo delle istituzioni, significa che la ‘ndrangheta ha lanciato un segnale a tutta la politica. Secondo me, Preiti è andato diritto contro il bersaglio che aveva designato: lui voleva ammazzare i carabinieri, quella mattina. Ma è evidente che non era un segnale di odio contro le forze dell’ordine; è alla politica che era diretto, quel segnale”. Il segnale dell’attentato doveva colpire una parte specifica della politica, ovvero il M5S. ” Be’, certamente dei risultati li ha ottenuti subito, visto che molti giornali hanno immediatamente collegato quell’atto col clima di odio fomentato ad arte da un certo movimentismo politico. Ma preferisco comunque non entrare direttamente in questi risvolti”.

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