Confindustria: nel 2013 recessione all’1,9%, persi 800 mila posti di lavoro per la crisi

giovedì, 27 giugno 2013

Nel 2013 la recessione sarà poco distante dai livelli disastrosi dell’anno scorso, con una contrazione del Prodotto interno lordo dell’1,9%. E’ la stima del centro studi di Confindustria, Csc, che ha rivisto al ribasso la previsione sulla ricchezza nazionale di quest’anno. Nel 2012 la recessione aveva toccato il -2,4%, e se la congiuntura continuerà a essere così negativa, la flessione del Pil sarà altrettanto pronunciata. Va fatta una distinzione: quest’anno il punto di caduta sarà ancora più basso, con un ulteriore passo indietro della ricchezza complessiva del nostro paese. Il Csc definisce il 2013 il punto più basso della caduta dell’Italia, iniziata ormai ben 6 anni fa. La timida, praticamente nulla crescita degli anni tra la prima e seconda recessione, non hanno cambiato in modo sostanziale gli effetti drammatici della grande contrazione economica. Nel 2014 tornerà la crescita, che però è già stata rivista al ribasso, allo 0,5%.

Secondo le stime del centro studi di Confindustria l’impatto della crisi sul fronte occupazionale è stato particolarmente severo. Dall’inizio della fase di difficoltà economiche sono stati già cancellati più di 700 mila posti di lavoro, un dato che peggiorerà ulteriormente a causa dell’ulteriore flessione che si annuncia per il 2013, e forse anche per la prima parte del 2014. Il tasso di disoccupazione per l’anno in corso è cifrato infatti al 12,2% mentre per il prossimo anno l’attesa è per un 12,6%. In crescita ancora il ricorso alla Cig che “potrà sgonfiarsi” solo dalla primavera 2014 quando si potranno contare circa 350mila unità coinvolte.

L’occupazione, continua Csc, calerà fino alla fine del 2014: resta pesante la situazione sul fronte lavoro che “risente della durata e intensità della recessione in atto” con una “accelerazione dell’emorragia di posti” dal novembre scorso: dall’ultimo trimestre 2007 al primo 2013, infatti, le persone che hanno perso l’impiego ammontano a 700 mila, di cui quasi la metà nell’ultimo anno; una cifra, stimano ancora gli economisti di viale dell’Astronomia, che salirà a 817 mila per la fine del 2014. La diminuzione delle unità di lavoro, che includono il ricorso alla Cig e le altre forme di riduzione dell’orario di lavoro, sfiorava 1,7 milioni nel primo trimestre 2013 e supererà 1,8 milioni nel secondo del 2014, quando l’assorbimento del lavoro inizierà nuovamente ad aumentare.

Il centro studi di Confindustria ha rimarcato l’eccesso di pressione fiscale che colpisce l’economia italiana. Attualmente la percentuale complessiva del carico tributario sul Pil è stimata al 44,6%, ma se si sottraesse dalla ricchezza nazionale la quota di economia sommersa la pressione fiscale salirebbe ad un livello record del 53,4%. Il Csc rileva un’ulteriore contrazione dei consumi per i prossimi due anni, un altro fattore che renderà la congiuntura, se non più negativa, quantomeno anemica.  dati registrano un arretramento del 3% nel 2013 e dello 0,3% nel 2014. In 4 anni,dice il Csc, le famiglie italiane hanno tagliato i consumi per un ammontare pari ad un mese e mezzo di spesa, pari a circa 2480 euro.

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