F35, il Consiglio Supremo di Difesa dice no a veto del Parlamento

mercoledì, 3 luglio 2013

La mozione di maggioranza che aveva sospeso l’acquisto dei nuovi F35 è stata pesantemente bocciata dal Consiglio supremo di Difesa. Il Consiglio è l’organismo di coordinamento della nostra difesa, presieduto dal Capo dello Stato, e vi partecipano i principali ministri del governo, ivi compreso il presidente del consiglio. L’altro componente del Consiglio è il capo di stato maggiore della difesa. Quest’organismo oggi è si è riunito ed ha mandato un chiaro segnale al Parlamento, rimarcando “come la facoltà di sindacato delle commissioni parlamentari non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo.

Nella nota emanata dal Consiglio supremo di Difesa non si un chiaro riferimento al dibattito sugli F35, ma la presa di posizione è fin troppo evidente. L’organismo di coordinamento delle forze armate del nostro paese rivendica al governo il potere di decidere su elementi tecnici come il numero dei nuovi velivoli da acquistare, messi in discussione dal testo della mozione parlamentare approvata settimana scorsa con il voto di Pd, Pdl e Scelta Civica. La mozione di Sel e M5S invece, che chiedeva la cancellazione del programma di acquisto dei cacciabombardieri, era stata bocciata dalla maggioranza che sostiene il governo Letta.

Il Consiglio Supremo di Difesa ha espresso una forte valutazione di dissenso sull’interpretazione della legge 244 del 2012, che, come rimarcava il testo della mozione, dava al Parlamento la facoltà di decidere sull’acquisto dei velivoli.

impegna il Governo:

???a dare impulso, a partire dal Consiglio europeo di dicembre, a concrete iniziative per la crescita della dimensione di Difesa comune europea in una prospettiva di condivisa razionalizzazione della spesa;

al pieno rispetto di quanto previsto dall’articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n.?244, allo scopo di garantire al Parlamento di esercitare le proprie prerogative;
in particolare, relativamente al programma F35, a non procedere a nessuna fase di acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi dell’articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n.?244.

 

L’organismo di direzione delle nostre forze armate sostanzialmente smentisce l’interpretazione data dalla mozione, ribadendo come la verifica sulla compatibilità delle spese militari spetti al governo. ” A parere del Consiglio Supremo, tale visione e’ conforme allo spirito ed al disposto della legge 244, anche per quanto attiene alle necessita’ conoscitive e di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, fermo restando che, nel quadro di un rapporto fiduciario che non puo’ che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli, tale facolta’ del Parlamento non puo’ tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilita’ costituzionali dell’Esecutivo”.

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