Grillo: l’Italia deve ristrutturare il suo debito, o tornare alla lira

martedì, 23 luglio 2013

Beppe Grillo torna all’attacco dell’euro e dell’Unione europea di “matrice tedesca”, in un post intitolato prosaicamente “Il diavolo veste Merkel”.Per il leader del M5S l’Italia deve tornare alla lira, nel caso in cui non riuscisse a ristrutturare il proprio debito. Grillo così propone un’altra volta il default come soluzione per uscire dalla crisi economica e sociale iniziata ormai quasi cinque anni fa. Il leader del Movimento 5 Stelle sottolinea come il nostro paese sia uscito dall’ultima crisi valutaria che lo colpì, quella del 1992, facendo un default, ovvero svalutando la lira, sfruttando così la sovranità monetaria poi persa con l’ingresso nell’euro. “Svalutare una moneta che si controlla in cui è espresso il proprio debito pubblico equivale a ristrutturare il debito verso i creditori esteri. Nel caso dell’Italia la svalutazione fu innescata dalla impossibilità di pagare gli interessi sul debito nel regime a cambi fissi del Sistema Monetario Europeo (SME). Ventuno anni dopo l’Italia ha ancora le mani legate, allora c’era lo SME, adesso l’Euro”.

Grillo attacca l’intera costruzione dell’Unione economica e monetaria, criticando in particolar modo la separazione tra la banca centrale ed il Tesoro imposta prima dal Sistema economico europeo, e poi dai Trattati di Maastrich che hanno istituito l’eurozona. Fino al 1982 il nostro governo aveva la possibilità di vendere i titoli di stato alla Banca d’Italia; dopo quella data le obbligazioni sovrane sono state affidate ai mercati, e  il costo del debito è esploso, fino ad arrivare alla cifra del 120% in soli dieci anni. In questo momento il debito pubblico italiano ha sfondato il 130%, in una traiettoria di netto peggioramento coincisa con lo scoppio della crisi finanziaria del 2008. ” E’ quindi l’esplosione degli interessi sul debito cumulato ad aver portato il debito a livelli insostenibili. Un immenso schema Ponzi in cui gli interessi in assenza di crescita sono pagati emettendo nuovo debito. In sostanza, come analizza Alberto Bagnai nel suo “Tramonto dell’Euro“, il risultato è stato un trasferimento netto di reddito nazionale dai servizi primari ai contribuenti, sanità, scuola, sicurezza, ai detentori del debito, soprattutto alle banche italiane e estere. Ma perché questo divorzio assurdo? Perché ce lo chiedeva l’Europa dello SME nel quale eravamo entrati nel 1978 legandoci mani e piedi ad un cambio rigido penalizzante che ci fece rinunciare alla leva della svalutazione. Nulla di diverso rispetto a oggi”.

La situazione attuale è insostenibile secondo Grillo, visto che il costo del debito schiaccia la possibilità di qualsiasi riforma economica. Di conseguenza, il leader del M5S propone un default sul debito, una ristrutturazione  che ne riduca il costo, in caso di permanenza nell’euro, oppure un ritorno alla lira con conseguente svalutazione. ” Oggi come allora sarà il mercato ad imporci una decisione: allora si trattò di abbandonare lo SME e svalutare, oggi si tratterà di decidere se ristrutturare il debito restando nell’euro o tornare alla lira”. Un dilemma da risolvere al più presto, visto che secondo Grillo a breve i mercati ci puniranno con tassi di interesse insostenibili. Il leader del M5S attacca la Germania che utilizza una politica mercantilistica al fine di vendere i suoi prodotti nelle aree economiche più deboli, sfruttando la “svendita del paese” compiuta dalla Casta italiana. ” a politica italiana prona al volere della Germania ha permesso che la tutela del nostro debito privato e pubblico detenuto dall’estero (in buona parte generato dal meccanismo perverso dell’Euro e dello SME) diventasse la priorità. La politica italiana ha venduto l’anima al diavolo teutonico in cambio della propria sopravvivenza a spese della collettività su cui ha riversato austerità e deflazione.
Se non sarà l’Italia a reagire lo farà per lei il mercato con il suo linguaggio universale, ci sarà un prossimo rialzo degli interessi richiesti fino a rendere insostenibile il nostro debito.

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