La campagna per trovare gli ultimi nazisti ancora in vita

mercoledì, 24 luglio 2013

Il centro Wiesenthal di Gerusalemme ha organizzato una campagna per trovare gli ultimi nazisti ancora in vita. I muri delle principali città tedesche, Amburgo, Berlino, Colonia e Francoforte sul Meno, sono già stati tappezzati da questo manifesto, che vedete qui sotto. La campagna si chiama “Operazione Ultima Possibilità”, e nel manifesto si legge “Tardi, ma non troppo.. tardi.”. Nel manifesto si rimarca come “milioni di innocenti siano stati uccisi dai criminali nazisti. Alcuni dei colpevoli sono ancora in vita. Aiutateci a portarli davanti ai giudici”. Il centro che dà la caccia ai criminali che hanno compiuto l’Olocausto offre una ricompensa fino a 25 mila euro per informazioni valide a ritrovare il personale addetto all’uccisione degli ebrei nei campi di sterminio nazisti.

La campagna del centro Wiesenthal segue l’iniziativa già lanciata a fine 2011 dando buoni risultati per l’individuazione dei criminali nazisti, sulla scia della condanna del “boia di Sibibor”, John Demjanjuk. La sentenza su Demjanjuk è considerata particolarmente rilevante dal responsabile del centro Wiesenthal Efraim Zuroff perché per la prima volta da decenni la magistratura tedesca ha condannato una persona solo per la sua partecipazione ad un campo di sterminio. Per questo motivo il centro ha rilanciato l’ultima caccia ai nazisti ancora in vita, che in questo momento dovrebbero superare quasi tutti i novant’anni. Efraim Zuroff ha spiegato in cinque punti perché sia ancora importante portare i criminali di guerra responsabili dell’eccidio ebraico di fronte alla giustizia.

1. Il passare del tempo non diminuisce la colpa degli assassini
2. L’età avanzata non può garantire immunità ai criminali.
3. Ognuna delle vittime dei nazisti merita uno sforzo per rendere responsabili gli autori della loro morte
4. Questa iniziativa ricorda la rilevanza dei crimini legati all’Olocausto ed è un monito verso i razzisti e gli antisemiti del presente.
5. Questi processi aiutano a combattere la negazione e la distorsione dell’Olocausto.

In Germania i crimini nazisti non possono cadere in prescrizione. Circa 6mila persone hanno lavorato nei campi di concentramento e si presume che il 2% di queste sia ancora in vita.

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