Quelli che… non mi fido di Renzi ma mi adeguo

giovedì, 29 agosto 2013

La corsa per salire sul carro del vincitore annunciato, Matteo Renzi, si è già tradotta in una raffica di pronunciamenti per non rimanere tagliati fuori. Non occorre attendere il congresso -ora non ci sono più scuse per rinviarlo, scongiurata l’eventualità di elezioni anticipate in autunno- per calcolare che si tratterà di un vero e proprio plebiscito pro-Renzi. Plebiscito nel quale già si distinguono in prima fila molti ex bersaniani, fra i più solleciti nel dichiararsi. Non mi stupirebbe che alla fine lo stesso Bersani, in nome dell’unità del Pd e in rottura con D’Alema, ingoi l’amara pillola di una segreteria Renzi. Da Vendola a Pisapia, da Leoluca Orlando a Enzo Bianco, il sindaco di Firenze rastrella adesioni davvero trasversali che si sommano a outing più improbabili come quello di Briatore.
E’ fatta, dunque? Credo di sì, non ci sono chances di vittoria per chi, all’interno del Pd, si proponga come alternativa a Renzi. Ma… come sempre, c’è un ma. In questo caso è il tono rassegnato (e un po’ ipocrita) con cui i novelli sostenitori di Renzi ti confidano in privato che la loro è un’adesione rassegnata, piena di diffidenza. Lo voteranno perchè è vincente, ma non si fidano. Riconoscono la sua capacità di attrarre consensi ma dubitano della sua capacità di tenuta. In tanti si propongono di supplire alle sue carenze di preparazione suggerendogli i consulenti giusti.
Mi ricorda molto l’andazzo scettico che accompagnò la corsa alla leadership di Veltroni, durata solo una breve stagione. Personalmente ho apprezzato fin dall’inizio il coraggio, il fiuto politico e la legittima ambizione di Renzi, con il quale ho polemizzato apertamente ma nella massima cordialità (fino al punto di partecipare come “spalla critica” all’ultima iniziativa della sua campagna elettorale per le primarie del novembre 2012). Di conseguenza, per il rispetto che ritengo gli sia dovuto, eviterò la pantomima di votarlo senza condividerne il programma. Trovo più utile che all’interno del Pd si consolidi una posizione alternativa, sociale e di sinistra, ben motivata culturalmente anche se minoritaria. Lo spettacolo di tutti “Quelli che… non mi fido di Renzi ma mi adeguo” è esteticamente sgradevole e politicamente diseducativo.

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