Rodotà: il 12 ottobre a Roma la “Via maestra” per la Costituzione

martedì, 10 settembre 2013

Un movimento vasto, inclusivo e partecipato, che non escluda nessuno ma che al momento non rappresenti nessun partito. Stefano Rodotà su “Il Manifesto” di oggi traccia le caratteristiche principali della nuova area politico, culturale e sociale che il 12 ottobre si ritroverà in piazza a Roma per difendere i principi costituzionali. E’ la “Via maestra” promossa dallo stesso giurista insieme a Maurizio Landini, segretario della Fiom, Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassare e Don Luigi Ciotti, un nuovo movimento che per lo stesso Rodotà potrebbe anche portare alla ricostruzione di una “sinistra costituzionale”. La difesa della Carta è l’orizzonte fondamentale, ed il giurista ex presidente del Pds rimarca come «il conservatorismo sia obbligato quando si tratta di difendere principi e diritti costituzionali. Tanto che nell’88 la Corte  ha affermato che ci sono principi supremi che non possono essere oggetto di revisione costituzionale».

Per Rodotà difendere la Carta significa comunque applicare “la buona manutenzione costituzionale”, espressione del giurista Alessandro Pizzorusso, ovvero riforme condivise che possano attuare i principi inderogabili della Costituzione. Al “Manifesto” Rodotà cita in questo senso la riduzione dei parlamentari: se si fosse proposto un disegno di legge con la diminuzione dei membri delle Camere si potrebbe già essere alla seconda lettura, mentre l’inserimento della proposta nel Ddl del governo Letta in deroga al 138 ne facilita la bocciatura. Il processo di riforme promosso dall’esecutivo viene bocciato sonoramente dal giurista, che parla di un modo di usare la Costituzione ai limiti dell’indecenza. “La via maestra”, il manifesto appena lanciato da Rodotà e Landini, mira a «rovesciare le posizioni lamentose di questi anni. E partiamo non solo dai difetti della politica ufficiale, ma anche dai successi dell’altra politica». L’ex candidato del M5S alla presidenza della Repubblica rimarca come fuori dal Parlamento ci sia stata una politica vincente: referendum sull’acqua, contro il nucleare, le iniziative di contrasto alle leggi ad personam, così come le battaglie della Fiom sui diritti del lavoro oppure la difesa della legalità da parte di Don Ciotti.

Stefano Rodotà rimarca come «la nostra speranza sia creare una massa critica per ottenere i risultati che ci sono stati solo in parte. Quando le azioni che hanno come riferimento la Carta avranno costruito legami affettivi, troveranno l’ascolto che da sole non sono riuscite ad avere». Il nuovo movimento sarà aperto ed inclusivo, aperto ai partiti, compreso il PD, ma alla manifestazione di Roma i protagonisti saranno i movimenti e la cittadinanza attiva. « I partiti non devono appoggiarsi a noi per coprire le loro debolezze. Invece di un’adesione formale, chiediamo che assumano le responsabilità che sono loro proprie». Per Rodotà questa iniziativa non deve legarsi a “formule pericolose”, perché ci sono molte realtà che si muovono sul terreno comune della Costituzione. « In questo momento noi guardiamo al di là di quelli che si riconoscono in una sinistra del resto ormai stravolta nei suoi lineamenti. Poi, personalmente, penso che con questo non lavoro non escludente potremo anche ricostruire i tratti di una sinistra costituzionale».

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