Il re d’Olanda dice addio allo Stato sociale

mercoledì, 18 settembre 2013

Il discorso che ogni anno il sovrano olandese rivolge al Parlamento è di solito cerimoniale, ma ieri il nuovo re Guglielmo Alessandro ha lanciato un messaggio all’assemblea legislativa e ai Paesi Bassi dal contenuto fortemente politico. Guglielmo Alessandro, che si rivolgeva per la prima volta alle Camere riunite dopo la sua incoronazione, ha dichiarato finita l’epoca del Welfare State generoso così come l’Olanda l’ha conosciuto dagli anni sessanta in poi. Il sovrano dei Paesi Bassi non ha solo difeso l’austerità condotta in questi anni dagli esecutivi Rutte, il primo ministro liberale che prima ha governato con le forze di centrodestra, ed ora invece è sostenuto dai laburisti, ma ha rimarcato come la riduzione dei compiti statali nell’assicurare giustizia sociale sia irreversibile. ” A causa di cambiamenti sociali come la globalizzazione o l’invecchiamento della popolazione, il nostro mercato del lavoro ed i servizi pubblici sono più adeguati alle domande del presente. Il classico stato sociale sta lentamente evolvendo verso una società partecipativa, dove i cittadini dovranno prendersi cura di se, e creare soluzioni condivise per problemi quali il welfare pensionistico”.

Il governo olandese ha introdotto una lunga serie di riduzioni del generoso welfare dei Paesi Bassi negli ultimi anni, ma nel discorso del re è stato sottolineato come l’austerità non sia un passaggio temporaneo, ma la nuova regola alla quale la cittadinanza si dovrà abituare. Un messaggio che rappresenta una precisa sfida politica, che non è stato apprezzato dai partiti all’opposizione. Il leader della destra populista anti immigrazione. Geert Wilders, uscito piuttosto ammaccato dalle elezioni dell’anno scorso, ma ora ripresosi nettamente nei sondaggi, ha descritto il discorso come una favola dell’orrore. Il segretario della sinistra socialista, opposta ai tagli condivisi dai laburisti, anch’essa in forte ripresa grazie alla sua battaglia anti austerità, ha rimarcato come il discorso del re non mostri nessuna speranza o fiducia nel futuro.

 

 

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