A Verona la propaganda atea è vietata. La decisione della giunta guidata dal sindaco Flavio Tosi di non permettere l’affissione dei manifesti della Uaar, l’Unione degli atei, agnostici e razionalisti, è stata commentata con grande durezza da Augusto Campedelli, il coordinatore della Uaar veronese. Il blog di Alessandro Gilioli, giornalista de L’Espresso e noto commentatore online, riporta le considerazioni di Campedelli, che rimarca come Verona sia la prima e finora unica città ad aver vietato i manifesti dell’associazione atea. Il manifesto già fatto stampare ed affisso in varie città italiane ha al centro la parola “Dio” con la “D” barrata e la didascalia: “10 milioni di italiani vivono bene senza D. E quando sono discriminati, c’è l’Uaar al loro fianco”.La Uaar ha lanciato da alcuni mesi la campagna “Viviamo bene senza D”, dopo le polemiche suscitate dagli ateobus che giravano per le maggiori città italiane quattro anni fa.
La giunta di Verona ha vietato l’affissione dei manifesti perché la campagna trasmette un messaggio “potenzialmente lesivo nei confronti di qualsiasi religione”.Una presa di posizione molto forte, che avviene in una città dove regolarmente sono affissi manifesti con l’immagine di Cristo e la scritta “Gesù ti guarda”. Il coordinatore locale dell’Uaar sottolinea come l’amministrazione veronese abbia patrocinato recentemente un convegno dove erano presenti medici e religiosi che sostenevano come l’omosessualità fosse una patologia da curare. La Uaar ha sottolineato come la sua campagna invece non fosse rivolta contro il credo religioso, visto che la slogan scelto non deride Dio o i fedeli, bensì valorizzi l’ampio numero di persone che vivono in Italia senza fede.