L’arresto del leader di Alba Dorata: una buona notizia

sabato, 28 settembre 2013

Il leader della formazione neonazista greca Alba Dorata è stato arrestato. Nikolaos Michaloliakos è stato sottoposto ad un provvedimento di fermo spiccato dalla Corte Suprema ellenica in quanto responsabile di un’organizzazione criminale. La svolta che ha portato alla messa sotto accusa dei neonazisti sarebbe stata determinata dai sempre maggiori legami emersi tra Alba Dorata e l’omocidio di Pavlos Fyssas. Michaloliakos, 56 anni, è stato arrestato insieme al deputato e portavoce del partito Ilias Kassidiairis e ad altri due parlamentari, con l’accusa di appartenere ad una “organizzazione criminale”. Tra gli arrestati c’è anche il segretario della sezione del quartiere di Nikea, a cui apparteneva Yorgos Rupakias, l’assassino di Fyssas, reo confesso. Mandati di arresto sono stati emessi per almeno altri cinque deputati e per decine di membri del partito. L’azione della polizia contro il movimento arriva subito dopo che il movimento aveva minacciato di abbandonare il Parlamento greco per potersi difendere dalle accuse. Dal 18 settembre, giorno dell’omicidio del rapper e militante di sinistra Fyssas, la Grecia si è mobilitata contro la formazione neonazista.

Prima dell’assassinio di Fyssas Alba Dorata era in un periodo di costante crescita nei sondaggi, dove si era stabilizzata al terzo posto. I neonazisti di Michaloliakos hanno però impresso una svolta sempre più radicale ed estremista nelle ultime settimane, che ha portato alla repressione poliziesca del movimento. Non solo molti esponenti del movimento neonazista sono stati arrestati, ma in questi giorni i vertici dell’apparato di sicurezza greco sono stati decapitati alla luce dei rapporti che li legavano proprio con Alba Dorata, garantendogli una sostanziale impunità. Dopo l’apertura dell’inchiesta del ministro dell’Interno Dendias sulla collaborazione presunta tra forze dell’ordine ed il movimento neonazista si sono dimessi due alti dirigenti della polizia, il coordinatore per il sud Grecia e quello della Grecia centrale. Sarebbero i vice capi con delega ai territori. Le rivelazioni di un pentito di Alba Dorata, che ha descritto la formazione neonazista come una vera e propria struttura paramilitare pronta ad un colpo di Stato, hanno probabilmente provocato l’addio di Dimos Kouzilos, capo della Terza divisione Peg del controspionaggio ellenico. Questa sezione è la responsabile a livello nazionale del controllo delle intercettazioni telefoniche. Secondo alcuni quotidiani l’alto funzionario dei servizi segreti sarebbe parente di un deputato di Alba dorata, Nikos Kouzilos, una circostanza apparentemente ignorata dalla sua sezione.

Il leader del movimento neonazista, Nikolaos Michaloliakos , è stato più volte in prigione nei decenni passati. Militante dell’estrema destra fin da giovanissimo, la polizia greca lo arrestò in diverse circostanze, nelle quali aveva manifestato con violenza il suo sostegno per le politiche repressive della giunta militare che aveva governato ad Atene tra il 1967 ed il 1974, la cosiddetta dittatura dei colonnelli. In carcere Michaloliakos ha incontrato esponenti militari fermati per la loro partecipazione nella dittatura, che lo convinsero ad entrare nell’esercito. Il futuro leader di Alba Dorata fu però espulso dal corpo militare dopo il suo arresto provocato dal possesso illegale di armi da fuoco ed esplosivi, munizioni di una formazione paraterroristica di estrema destra. Fondata per la prima volta nel 1980, quando Michaloliakos uscì di prigione, Alba Dorata ha vissuto fasi alterne di attività per molti anni, con i suoi membri che hanno militato in altre formazioni nazionaliste. Ne 2007 però il movimento neonazista è stato rilanciato su scala nazionale, e grazie alla profonda recessione che ha travolto il paese Alba Dorata è riuscita ad imporsi. Nel 2012 è entrata per la prima volta in Parlamento. In precedenza i suoi esponenti erano stato eletti in vari organismi a livello locale. Michaloliakos si è distinto costantemente per affermazioni di stampo nazista, tra le quali anche la negazione delle camere a gas e dell’Olocausto.

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