Oggi alla Camera il Pd ha subito una sconfitta politica che ridimensiona parecchio l’euforia cresciuta a seguito delle difficoltà interne della destra. Il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, ha infatti manifestato parere contrario sugli emendamenti democratici che proponevano la reintroduzione dell’Imu sulle case con rendita catastale superiore ai 750 euro. Si trattava nè più nè meno della proposta di Stefano Fassina per recuperare il gettito necessario a bloccare l’aumento dell’Iva. E per ripristinare un equo principio di progressività nel prelievo fiscale.
Niente da fare. Per non turbare gli equilibri di governo, Boccia si è opposto. Non c’è bisogno di richiamare la sua vicinanza al premier, la sua matrice democristiana, e neppure la sua unione familiare in stile “larghe intese” (sua moglie è la ministra Nunzia Di Girolamo, ma per carità, all’amor non si comanda). Basta e avanza il risultato per richiamare il Pd alla dura realtà dei costi politici resi obbligatori da un’alleanza contronatura.