Il Fmi, Beppe Grillo ed il falso allarme sul prelievo del 10% sui conti correnti

mercoledì, 16 ottobre 2013

Negli ultimi giorni si è diffuso un forte allarmismo sulla “proposta” del Fondo monetario internazionale di introdurre una patrimoniale straordinaria sui conti correnti di 15 paesi dell’eurozona, al fine di abbattere il debito pubblico e riportarlo ai livelli precrisi. La proposta, che in realtà non è una proposta, ma una semplice considerazione sul dibattito politico in corso nei vari paesi dell’unione monetaria, è contenuta nell’ultima edizione del “Fiscal Monitor”, un documento che il Fondo monetario internazionale rilascia due volte l’anno sull’aggiornamento dello stato delle finanze pubbliche a livello globale. A pagina 49 di questa analisi è presente il “boxino” (nella foto qui sotto) che tanto allarme ha creato, tanto da palesare il rischio “Cipro” per tutto il resto dell’eurozona. Un concetto ripreso anche dal blog di Beppe Grillo, che parla addirittura di “Fondo Monetario Internazionale (FMI) pronto a prelevare “temporaneamente” il 10% del risparmio privato nei 15 paesi della zona euro come veicolo per affrontare i problemi di sostenibilità del debito pubblico. Lo scrive il quotidiano belga L’Echo: la proposta dell’istituto guidato da Christine Lagarde, secondo quanto riportato dal giornale, sarebbe contenuta in un documento intitolato “Proposte del FMI sulla crisi fiscale“.

L’organo ufficiale di comunicazione del Movimento 5 Stelle ha però preso una cantonata. In primis, come ricorda anche il profilo Facebook della “Fondazione Condividere”, il Fondo monetario internazionale non ha alcun potere normativo tale da poter introdurre una simile misura nei paesi dell’eurozona. Nessuna istituzione internazionale, nemmeno l’UE, ha un simile potere. Il Fmi concorda solo condizioni con gli stati ai quali presta soldi in caso di forti difficoltà finanziarie, come avvenuto dallo scoppio della grande crisi con l’Islanda, la Grecia o gli altri paesi europei ora sottoposti a programmi di assistenza. Questi provvedimenti però vanno recepiti dai Parlamenti nazionali, e possono essere bocciati, come tra l’altro capitò con la prima versione del salvataggio di Cipro. Inoltre, l’altro aspetto fondamentale da sottolineare, nel “Fiscal Monitor” del Fmi non c’è un suggerimento di policy, ma una semplice valutazione su un’imposta patrimoniale straordinaria, che è stata spesso discussa nei vari paesi colpiti dalla crisi. La valutazione che più ha spaventato e creato allarme, ovvero il prelievo del 10% sui conti corrente, è una semplice stima su quanto servirebbe per riportare il debito pubblico dell’eurozona a livello precrisi. Il vero allarme dovrebbe suscitare perché con questa considerazione il Fmi ha, per l’ennesima volta, rimarcato quanto sia profonda la crisi di debito, pubblico e privato, scoppiata ormai cinque anni fa e ancora molto lontana dall’essere risolta.

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