Come Lou Reed ha influenzato la rivoluzione di velluto di Praga

lunedì, 28 ottobre 2013

“Tra tutte le morti tra i musicisti rock, la scomparsa di Lou Reed è sicuramente la più dolorosa per i cechi”, sottolinea il critico musicale Jiri Cerny, un esperto di Praga che fece conoscere i Velvet Underground nella Cecoslovacchia comunista degli anni sessanta. Da allora, come scrive Le Monde, è nato un legame speciale tra il musicista statunitense e la nazione che si è liberata dalla dittatura comunista con la cosiddetta “Rivoluzione di velluto”. Il dissidente Petr Placak, clarinettista dei Plastic People of the Universe, formazione musicale che è stata uno dei più importanti punti di riferimento della dissidenza contro il regime comunista, rimarca così l’importanza di Lou Reed a Le Monde: “la sua musica ha avuto un impatto eccezionale in Cecoslovacchia, dagli anni sessanta fino al 1989. Questa musica offriva un’esperienza di libertà nel nostro paese vittima del regime comunista, dove tutto era controllato ed inquadrato”.  I Platic People, che eseguivano cover dei Velvet Underground nei loro esordi di fine anni sessanta, sono stati al centro del percorso che ha portato alla “rivoluzione di velluto” ed alla nascita di una forte amicizia tra Lou Reed ed il primo presidente della Cecoslovacchia libera, Vaclav Havel. Havel, che aveva comprato i dischi dei Velvet Underground in un suo viaggio giovanile negli Stati Uniti, promesse il manifesto “Charta 77” dopo l’arresto dei Plastic People, evento simbolo della repressione vigente nella Cecoslovacchia comunista. La “Charta 77” fu l’iniziativa più importante del dissenso contro il regime, ed il gruppo creatosi attorno ai promotori di questo documento fu poi la base del movimento molto più vasto che fece cadere il comunismo a Praga solo con la protesta silenziosa.  La Rivoluzione di velluto portò ad un incontro tra lo stesso Havel e Lou Reed, che lo intervistò per la rivista musicale “Rolling Stone”. In quest’occasione nacque una forte amicizia personale, proseguita negli anni. Nel suo primo viaggio negli Stati Uniti Havel invitò al pranzo ufficiale svoltosi alla Casa Bianca sia Lou Reed che John Cale, l’altro musicista chiave dei Velvet Underground.

 

 

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